Diminuite le vaccinazioni obbligatorie e consigliate. Tra le cause probabile l’ “effetto Fluad”
Un serio problema di sanità pubblica. E’ così che il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha definito il calo – il più consistente in Italia negli ultimi 10 anni – delle vaccinazioni per i bambini.
Il quadro allarmante emerge dall’indagine condotta dal Ministero della Sanità, i cui dati – relativi al 2013 – sono stati pubblicati dall’Iss. La flessione riguarda tutte le coperture vaccinali offerte gratuitamente e attivamente secondo il Piano nazionale della prevenzione vaccinale (Pnpv) 2012-2014 ai bambini entro i 24 mesi d’età: da quelle obbligatorie, come antipolio, antitetanica, antidifterica, antiepatite B a quelle non obbligatorie, ma consigliate, contro pertosse, influenza, rosolia, parotite e morbillo. Malattia, quest’ultima, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità intende debellare completamente dall’Europa entro la fine di quest’anno. Anche per questo l’Oms ha “bacchettato” l’Italia e fissato – per il mese di marzo – un incontro di confronto con il ministro Lorenzin. Indispensabile intervenire con urgenza dal momento che, come sottolinea l’Iss, “il mantenimento di coperture elevate è fondamentale per prevenire epidemie ed evitare che si ripresentino malattie che sono state eliminate in Italia.
Proprio il calo delle coperture vaccinali per morbillo e rosolia, aggiunge l’Iss, “è più marcato rispetto alle altre vaccinazioni ed è stato registrato in tutte le Regioni”. E, in pieno picco stagionale, il calo di vaccini antinfluenzali ha portato ad un sovraffollamento delle corsie ospedaliere. Con 2 milioni e 600mila casi dall’inizio della ricerca epidemiologica, la sindrome influenzale e le sue complicazioni respiratorie sono state responsabili del 12,8% di tutti gli accessi nei Pronto Soccorso dall’inizio della stagione. Al di là dei numeri, certo preoccupanti, ci si interroga sulle possibili cause del fenomeno: un ruolo fondamentale è certamente giocato dalle massicce campagne mediatiche in atto contro i vaccini, a ridosso del recente “caso Fluad”. Nonostante la secca smentita da parte dell’Aifa e dell’Ue circa la correlazione tra i casi di morte sospetta e la somministrazione dell’antinfluenzale prodotto dalla Novartis, sembra ancora persistere un diffuso (e pericoloso) pregiudizio su questa “arma di prevenzione di massa” fornita dalla ricerca.