Miani (Sima): “Lo scorso anno si sono registrati mancamenti e malori tra gli studenti specie del sud Italia in tutto il mese di settembre, dovuti al caldo eccessivo nelle aule”
Posticipare l’inizio dell’anno scolastico 2024-25: è questa la richiesta avanzata dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che sottolinea come “i cambiamenti climatici registrati nel nostro Paese negli ultimi anni impongano modifiche nel settore della scuola volte a tutelare la salute di studenti e personale scolastico”. La posizione della Sima supporta le proposte di altri esperti di medicina ambientale e sanità pubblica che avevano già chiesto alle Istituzioni di posticipare il suono della prima campanella. “Lo scorso anno si sono registrati mancamenti e malori tra gli studenti specie del sud Italia in tutto il mese di settembre, dovuti al caldo eccessivo nelle aule”, spiega Alessandro Miani, presidente Sima.
“Il fenomeno delle ondate di calore sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, con possibilità del protrarsi di temperature fino a 36 gradi centigradi fino al mese di ottobre, non può essere trascurato o peggio ignorato. Proprio nel momento in cui l’autonoma delle Regioni occupa spazi sempre più ampi – continua Miani – sarebbe quanto meno opportuno ampliare i margini decisionali degli uffici scolastici regionali per un avvio dell’anno scolastico con date differenziate anche di due o tre settimane tra Sud e Nord del Paese“. Le aule delle classi italiane sono generalmente affollate, surriscaldate e scarsamente ventilate, con conseguenti possibili aumenti di anidride carbonica (CO2), causa di diversi problemi quando le sue concentrazioni superano il valore del valore di 1.500 parti per milione.
A tal proposito la Sima ricorda un’indagine specifica condotta dalla Commissione Europea nel 2015 per valutare la qualità dell’aria in 114 scuole primarie di 23 paesi dell’Ue, scoprendo che l’85% degli studenti è esposto a concentrazioni di PM2,5 e PM10 più elevate rispetto a quelle considerate sicure dall’Oms. “Bisogna fare i conti con la realtà e ad oggi il buon senso suggerirebbe di lasciare chiuse le scuole al sud-Italia fino all’equinozio di autunno, che cade tra il 21 e il 23 settembre, allo scopo di tutelare il benessere psico-fisico degli alunni”, sottolinea il presidente Miani. In particolare, Sima condivide pienamente gli “Indirizzi di Policy Integrate per la Scuola che Promuove Salute”, pubblicati congiuntamente dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione appena tre anni fa, sottolineando la necessità di una effettiva operatività a livello dei territori per tutelare tutti gli aspetti della salute dei nostri figli e nipoti nelle scuole italiane, a partire dall’attenzione al benessere in aula e in particolare al microclima e alla qualità dell’aria indoor. “Infine – conclude Miani – differenziare l’avvio dell’anno scolastico consentirebbe di sostenere l’economia del turismo di fine stagione al Sud”.