L’allarme del primo ministro inglese: «È il momento di svegliarsi. Finora è mancata la preparazione»
Una spaventosa minaccia alla sicurezza globale. Feroce come l’Isis, pericoloso quanto la Russia. Una definizione iperbolica quella coniata per Ebola dal presidente americano Barack Obama, mentre l’epidemia imperversava in Africa raggiungendo il suo picco massimo e mobilitando il mondo intero. Una definizione che, oltre a scatenare le ire della Duma, ha ufficializzato l’entrata di quel virus sul podio delle ataviche paure del mondo occidentale.
Oggi l’epidemia ha fisiologicamente raggiunto uno stallo, nonostante i nuovi casi registrati quasi quotidianamente nella “red zone” di Guinea e Sierra Leone. Ma la storia insegna, ed è una storia che si ripete da 40 anni, da quando il virus fece la sua prima comparsa in Africa: Ebola si addormenta ciclicamente, ma si risveglia più violento di prima. Un punto che le maggiori istituzioni sanitarie mondiali avrebbero teso a sottovalutare, con evidenti ripercussioni e ritardi sulla gestione – a livello economico e sociale – dell’emergenza.
A sottolinearlo è stato nei giorni scorsi il primo ministro inglese, David Cameron, con un’accusa – neanche tanto velata – all’OMS, rea di aver preso sottogamba la questione. «La realtà è che affronteremo nuovamente Ebola, ma questa volta il virus potrebbe essere più aggressivo e meno facile da contenere; è il momento di svegliarsi ed affrontare questa minaccia. A livello globale dobbiamo essere più preparati e pronti a reagire a queste terribili minacce. Il Regno Unito aprirà la strada ma abbiamo bisogno di una risposta globale».
Più che un monito, un vero e proprio ordine. Il ruolo di apripista cui si riferisce Cameron consiste nello stanziamento di 30 milioni di dollari da parte di Londra, destinato a fornire il necessario supporto alla ricerca sulla malattia e che prevede una squadra di intervento rapido composta da un team di 10 epidemiologi, in grado di raggiungere qualsiasi punto del mondo entro 48 ore dalla chiamata. L’annuncio è stato dato durante il G7 tenutosi nei giorni scorsi, nell’ambito della discussione sulla lotta mondiale alle epidemie. Sì, perché Ebola sembra essere in buona compagnia. Una fra tutti, la Mers, la nuova misteriosa sindrome che viene dal Medio Oriente, e che si candida, anche lei, a far paura al mondo intero.