Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano, sottolinea: «In Italia lo scorso anno abbiamo avuto 200 morti e 865 casi gravi, non sottovalutare la patologia. I vaccini sono sicuri»
Alla vigilia della nuova campagna per la vaccinazione antinfluenzale è tempo di bilanci e di nuove proposte per incrementare le coperture che, nonostante le attività di promozione messe in campo dalle Regioni, prime su tutte Lombardia ed Emilia-Romagna, rimangono inferiori alle aspettative, come ha ribadito durante un convegno formativo per giovani medici all’Ospedale San Raffaele, il Professor Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano.
«In Italia lo scorso anno abbiamo avuto 200 morti e 865 casi gravi, ma questi dati sono solo la punta dell’Iceberg. Rappresentano infatti l’effetto di una patologia di grandissima diffusione che causa complicanze, ospedalizzazioni e morti per effetti successivi secondari, a livello respiratorio e cardiaco. Quindi una patologia da non sottovalutare».
A fronte di questi dati, cosa occorre fare per far capire ai cittadini, anziani, donne in gravidanza e malati cronici che la vaccinazione antinfluenzale è necessaria?
«La vaccinazione è sicura. Questo è il primo messaggio da trasferire. I dati evidenziano eventi avversi rari, anzi rarissimi, pochissimi oggettivamente correlati e dimostrano l’opportunità e la convenienza della vaccinazione e addirittura, da un punto di vista dello Stato, una riduzione dei costi e non solo delle sofferenze per una patologia che interessa tutti».
La Lombardia è solitamente tra le regioni più virtuose da un punto di vista sanitario, anche in tema di vaccinazioni rispetta questo trend?
«Il dato è leggermente inferiore alla media nazionale che è del 53%. In Lombardia siamo sul 48,5%, un valore che deve essere rialzato ed alcuni interventi di Regione Lombardia in termini di organizzazione, di distribuzione e di messa a disposizione dei vaccini soprattutto ai medici di famiglia che rappresentano la parte più importante per l’adesione alle vaccinazioni, sia per l’esecuzione in via diretta, ma anche per lo stimolo ai pazienti per eseguire questa vaccinazione perché davvero spesso non c’è la consapevolezza della pericolosità della patologia. Anche le farmacie avranno un maggior coinvolgimento e dunque un ruolo fondamentale».
Quindi per la stagione 2019/2020 vi aspettate un incremento di vaccinazioni, in che termini?
«Il dato è costante. Dopo i guai, legati ai disastri mediatici, della pandemia, discusse e ingiustificate paure verso le vaccinazioni avvenute in passato, con relazioni non reali tra vaccinazioni e mortalità nel breve periodo. Un aumento di mezzo punto o un punto percentuale per anno spero sarà confermato e anche di più nella prossima stagione influenzale».