Il rapporto fornisce una panoramica aggiornata dei progressi delle strategie di vaccinazione contro il Covid-19 delle varie nazioni. Il documento fornisce inoltre nuove informazioni su alcuni degli aspetti più critici
Il 19 gennaio 2021 la Commissione Europea ha messo in campo una serie di azioni per intensificare la risposta contro il Covid-19 e accelerare il lancio delle campagne di vaccinazione in tutta l’Unione europea, con l’obiettivo di vaccinare un minimo del 70% della popolazione adulta entro l’estate del 2021.
L’Ecdc (European centre for disease control) ha realizzato un report che fornisce una panoramica aggiornata dell’implementazione delle vaccinazioni Covid-19 nei Paesi dell’Ue. Il documento comprende anche nuove informazioni su alcuni degli aspetti critici e delle sfide che gli Stati membri stanno affrontando con l’attuazione dei piani di implementazione delle vaccinazioni.
Tutti i paesi dell’Ue hanno sviluppato strategie o piani per la diffusione del vaccino anti-Covid-19 a livello nazionale, che affrontano, tra gli altri elementi, la selezione dei gruppi prioritari per fase di attuazione, nonché elementi chiave della logistica di implementazione.
Nella maggior parte dei Paesi, le campagne di vaccinazione sono iniziate tra il 26 e il 31 dicembre 2020, poco dopo che i primi lotti di vaccini (Pfizer/Biontech) sono stati consegnati. Oltre al vaccino Comirnaty, almeno 22 paesi hanno riferito di aver iniziato a somministrare il vaccino Moderna entro il 28 gennaio.
In seguito alla decisione dell’EMA, datata 8 gennaio 2021, di consentire l’estrazione di sei dosi (invece delle cinque stabilite in precedenza) per ogni flacone, ventidue paesi hanno aderito.
Al fine di garantire la massima copertura possibile della prima dose (considerato anche il calo di rifornimenti di vaccini che si è verificato in queste ultime settimane), è stata poi avanzata l’idea di ritardare la somministrazione della seconda dose. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha confermato che, secondo gli studi clinici attualmente disponibili, l’intervallo tra una dose e l’altra del vaccino può essere esteso fino a 6 settimane (42 giorni). Nonostante ciò, la maggior parte dei Paesi (quattordici) ha risposto che, per il momento, non allungherà i tempi. In sei nazioni, invece, la decisione non è ancora stata presa. Sono solo due i Paesi che hanno esteso i tempi tra una dose e l’altra del vaccino Pfizer/Biontech.
Al 29 gennaio 2021, 23 paesi dell’Ue hanno riportato dati completi (o, in alcuni casi, parziali) sulle rispettive campagne di vaccinazione al Sistema di sorveglianza europeo (TESSy). In particolare, i dati riguardano le dosi di vaccino distribuite agli Stati membri e somministrate alla popolazione. Per quanto riguarda la percentuale delle dosi effettivamente somministrate, in relazione al totale di vaccini distribuiti, il valore oscilla tra il 21,5% e il 100%. Per quanto riguarda invece la somministrazione della prima dose alla popolazione adulta, si va dallo 0,9% al 3,8%. L’Ecdc sottolinea però che, in questa fase, i dati andrebbero interpretati con cautela e che andrebbero presi in considerazione tutti i fattori che influenzano in un modo o nell’altro la diffusione del vaccino in ogni Paese: «La rendicontazione e la completezza dei dati devono essere migliorate per fornire stime per ogni gruppo d’età e nella popolazione con più di 80 anni in ogni Paese. L’Ecdc sta lavorando con le nazioni per raggiungere questo obiettivo».
Tutti i Paesi dell’Ue hanno iniziato a vaccinare gruppi di persone selezionati in base al rischio più alto di sviluppare la patologia in maniera grave, nonché per proteggere il personale sanitario e i lavoratori in prima linea. Alcuni Paesi sono già passati alla vaccinazione di gruppi inclusi nelle fasi successive.
Tutti i Paesi hanno dato la priorità principalmente ad anziani, personale e residenti delle strutture di assistenza a lungo termine, agli operatori sanitari, personale di assistenza sociale e persone con determinate comorbidità. Alcuni Stati danno la priorità anche ai lavoratori dei servizi pubblici essenziali diversi da quelli della sanità come i lavoratori della polizia, dei vigili del fuoco e delle istituzioni educative.
La maggior parte dei Paesi continuerà a utilizzare le strutture di vaccinazione esistenti e alcuni ne pianificano l’implementazione, una volta che saranno disponibili nuove dosi di vaccino, attraverso l’aumento del numero delle strutture o con l’introduzione di centri di vaccinazione di massa.
La gestione della catena di approvvigionamento dovrà probabilmente essere adattata in base alle impostazioni di consegna e ai tipi di vaccini utilizzati. Inoltre, man mano che l’implementazione continua, sarà probabilmente necessario un aumento dei siti di vaccinazione e un aumento della forza lavoro per effettuare le vaccinazioni.
A partire dal 28 gennaio 2021, i registri elettronici per il monitoraggio delle vaccinazioni effettuate sono disponibili a livello nazionale o subnazionale in 21 paesi. Cinque Paesi hanno realizzato un sistema ad hoc, quattro utilizzano specifiche schede elettroniche di immunizzazione e uno solo registra manualmente le vaccinazioni. Tale documentazione è importante anche per monitorare eventuali eventi avversi successivi all’inoculazione (AEFI) che possono verificarsi per uno qualsiasi dei prodotti vaccinali, in modo da produrre stime affidabili dell’efficacia del vaccino stesso.
Le sfide che i paesi devono affrontare con il lancio della campagna includono, tra le altre: carenza di attrezzature; contrasto alla disinformazione; problemi con i sistemi di monitoraggio, con la logistica e l’offerta limitata di vaccini. Le difficoltà che ci si aspetta di dover affrontare in futuro includono: la fornitura limitata dei vaccini; il raggiungimento di coperture vaccinali omogenee nelle diverse zone; la fiducia del pubblico nella campagna di vaccinazione, nella sua comunicazione e nella lotta alle informazioni fuorvianti.
Alcuni paesi hanno condiviso alcune informazioni apprese finora nel lancio della vaccinazione di massa, come la necessità di un ampio coordinamento tra le autorità nazionali e locali e la partecipazione multidisciplinare richiesta nella pianificazione e nell’attuazione della strategia vaccinale.
«Comunicare in modo efficace – conclude l’Ecdc – la priorità dei gruppi di popolazione e la logica alla base delle scelte, le caratteristiche del vaccino in termini di sicurezza ed efficacia e qualsiasi adattamento che viene fatto alle strategie di vaccinazione durante il lancio è vitale per mantenere la fiducia nelle campagne di vaccinazione».
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