Inaugurato il 27esimo anno accademico nel segno del futuro e della crescita, dello sviluppo sostenibile, dell’economia circolare e delle soluzioni terapeutiche personalizzate. La sfida più grande è continuare a “prendersi cura” della persona con una ricerca ad alto impatto e una formazione globale multidisciplinare e di livello internazionale. La “Rivoluzione quantistica” al centro della prolusione del professor Massimo Inguscio, ordinario di fisica della materia
«Prendersi cura vuol dire avere responsabilità. La solidarietà, l’aiuto vicendevole, contrastino l’intolleranza, l’odio, la contrapposizione. Chi può immaginare, chi può comprendere come sarà il mondo del futuro? La risposta è illuminante: chiedete ai vostri bambini». Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto al pubblico presente nell’Aula magna dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e ai tanti studenti, medici, operatori sanitari e impiegati che hanno seguito la cerimonia di inaugurazione del 27esimo anno accademico dell’ateneo romano. Una giornata che ha coinvolto i giovani dell’ateneo e gli oltre duemila professionisti che ogni giorno animano una comunità impegnata per la formazione e la salute delle persone e accolgono ogni giorno pazienti da Roma, Lazio e numerose regioni italiane all’interno del Policlinico universitario.
Alla presenza, tra gli altri, dei rettori di numerose università italiane, del sindaco di Roma Virginia Raggi, del prefetto Gerarda Pantalone e dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, il Presidente della Repubblica ha voluto rimarcare il valore dell’impegno per la responsabilità e il bene comune: «I bambini percepiscono quando negli adulti vi è senso di responsabilità e non indifferenza. Chiedono ancora – per chi li sa intendere (ed è facile comprendere i bambini) – solidarietà, aiuto vicendevole, appunto, contro l’intolleranza, l’odio, la contrapposizione. Non sono alternative retoriche; non si tratta di alternative astratte, ma estremamente concrete. Se qualcuno arriva, in un autobus, a dire ad una bimbetta di sette anni ‘non puoi sederti accanto a me perché hai la pelle di colore differente’ o se a una signora anziana come Liliana Segre, che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subìto da bambina in forma crudele, è necessario assicurare una scorta, vuol dire che questi interrogativi non sono né astratti, né retorici. Ma sono concreti».
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Una cerimonia nel segno del futuro e della responsabilità quindi, a partire dai messaggi contenuti nella prolusione “Rivoluzione quantistica: il futuro è tra noi” tenuta dal professor Massimo Inguscio, ordinario di Fisica della Materia all’Università Campus Bio-Medico di Roma e presidente del Cnr, che ha parlato delle sfide poste alla scienza dalla meccanica quantistica nei campi della medicina l’energia, l’ambiente, l’agricoltura di precisione. «È fondamentale che scienza e tecnologia siano sempre al servizio dell’uomo – ha ricordato il professor Inguscio che nella sua lezione ha voluto porre l’accento su quanto “futuro e progresso derivano dalla fantasia e dalla multidisciplinarietà della Scienza, da quel saper curiosare nelle vetrine degli altri che ispirò Vito Volterra, fondatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La stessa idea di “cervello pensante” – ha proseguito Inguscio – ci spinge a immaginare e costruire calcolatori, cervelli se volete, sempre più complessi».
Nelle parole del Magnifico Rettore Raffaele Calabrò e del presidente Felice Barela è stato poi il racconto di un ateneo giovane e in crescita per numeri e prospettive, con i suoi undici corsi di Laurea e la recente attivazione della Terza Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per l’Uomo e per l’Ambiente insieme al corso in “Medicine and Surgery” in lingua inglese. Sfide che l’Università Campus Bio-Medico di Roma ha deciso di raccogliere e rilanciare nelle sue linee strategiche, come sottolineato dal presidente dell’Università, Felice Barela: «La nostra università ha recentemente completato il giro di boa dei suoi primi 25 anni e ha iniziato un nuovo tratto di navigazione, nel quale desidera poter offrire alla società un contributo ancora più ampio e significativo, grazie alla maturità raggiunta in questi anni. Siamo in una fase di sviluppo: maggiori spazi, più studenti, più docenti. Essa – ha proseguito Barela – si inserisce nel solco della tradizione plurisecolare dell’Istituzione universitaria, con umiltà ma al tempo stesso con la nobile ambizione di raccoglierne l’eredità, di cui fanno parte l’amore per la conoscenza, lo spirito di collaborazione, che non conosce barriere né frontiere, il servizio all’uomo e la preoccupazione di contribuire al bene comune: valori che discendono direttamente dalla migliore tradizione europea e dalle sue radici cristiane».
Anche il Rettore dell’ateneo Raffaele Calabrò ha ribadito i principi ispiratori dell’accademia nata su impulso del Beato àlvaro del Portillo, definendo il Campus Bio-Medico di Roma l’università del “prendersi cura”: «“Prendersi cura” del malato, dello studente nella sua formazione universitaria, professionale, culturale e umana, ma con un chiaro orizzonte internazionale, dell’ambiente, della società attraverso una ricerca scientifica ad alto impatto; del territorio con l’attivazione del Pronto Soccorso” e ricordando l’impegno per una “formazione globale”, che vuole trasmettere competenze umane, sociali e antropologiche, anche attraverso insegnamenti di filosofia, etica e bioetica in tutti i Corsi di Laurea, per essere così capace di aprirsi al territorio e alle istanze della società civile». Valori rispecchiati dai risultati scientifici che, secondo l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) nella sua ultima valutazione pongono l’Area delle Scienze Biologiche dell’Università Campus Bio-Medico di Roma al 2° posto tra tutte le università italiane, quella delle Scienze Chimiche al 4° posto, quelle di Ingegneria Industriale e dell’Informazione al 4°posto e quella di Scienze mediche.
Nel corso della mattinata il presidente Mattarella, accompagnato dal presidente di Ucbm Felice Barela e dal Rettore dell’Università Raffaele Calabrò, ha visitato i laboratori di ricerca delle unità di Elettronica per Sistemi Sensoriali e di Robotica Biomedica e Biomicrosistemi, incontrando docenti e ricercatori che hanno illustrato al Capo dello Stato alcuni tra i principali progetti in corso, dai modelli di coltura cellulare 3D per lo sviluppo di tessuti ai risultati raggiunti nel campo della robotica medica con gli arti bionici. Il presidente della Repubblica ha avuto l’opportunità di conoscere una paziente amputata alla spalla protagonista di un avveniristico intervento chirurgico, per la quale è stata creata una protesi sperimentale con collegamento del sistema nervoso con il braccio bionico, con l’obiettivo di restituire alle persone sottoposte a una amputazione reinserimento sociale e lavorativo. Un’altra grande sfida del nostro tempo in cui l’Università Campus Bio-Medico di Roma è protagonista.