«Un miliardo di euro per recuperare il terreno perduto ed evitare che si paghi un prezzo alto per le patologie che possono aggravarsi. E l’ambito oncologico è quello dove più dobbiamo investire risorse», secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, all’evento di Aiom “Le sfide globali e il cancro”
Un uomo su quattro e una donna su cinque entro il 2040 si ammalerà di cancro. È questo il dato messo in evidenza in occasione della giornata mondiale contro il Cancro da AIOM (associazione italiana di Oncologia Medica) e Fondazione AIOM durante il convegno “Le sfide globali e il cancro” a cui hanno preso parte esponenti del mondo scientifico e delle istituzioni tra cui Silvio Brusaferro (Presidente Istituto Superiore di Sanità), Paolo Vineis (Ordinario di Epidemiologia Ambientale all’Imperial College di Londra) e Nicoletta Dentico (Responsabile del programma Salute Globale Society for International Devolpment, SID). L’impegno di tutti di fronte a questo scenario preoccupante è riuscire a garantire le stesse opportunità di cura ai cittadini. Un obiettivo che negli ultimi due anni è stato messo in crisi dalla pandemia che ha reso difficile l’assistenza oncologica. In particolare, è venuta meno la prevenzione e gli esami di screening fondamentali per individuare alcune forme di tumore allo stadio iniziale. Il Ministro della Sanità Roberto Speranza nel suo intervento di apertura ha sottolineato l’impegno del governo ad investito mezzo miliardo di euro per recuperare screening e visite non fatte durante la pandemia.
In Italia i tumori sono stati, negli ultimi dodici mesi, causa di morte per 100.200 uomini e 81.100 donne, con una diminuzione del 10 percento negli uomini e dell’8 percento nelle donne rispetto ai cinque anni precedenti. Un dato incoraggiante anche se, nel dettaglio, il tumore al pancreas è stabile negli uomini e addirittura in aumento nella popolazione femminile con un + 3,9% così come le neoplasia del polmone che hanno fatto registrare un +5%.
Nonostante la pandemia, le difficoltà di screening e di cura, le percentuali di sopravvivenza a 5 anni per tutti i tumori però sono in aumento. Ad oggi sono al 59,4% negli uomini (prima era al 54%), mentre al 65% per le donne. Numeri ancora più significativi nei tumori tiroidei nelle donne che si attestano al 96,2% e dei testicoli nell’uomo che arrivano al 93,2%. Maglia nera per il tumore del pancreas che è fermo all’11% in entrambi i casi.
Se la pandemia ha limitato gli screening e la diagnosi precoce, è altrettanto vero che negli ultimi due anni altri fattori hanno agito e accelerato la formazione di tumori. Paolo Vineis (Ordinario di Epidemiologia Ambientale all’Imperial College di Londra) ha sapientemente illustrato come il cambiamento climatico e stili di vita non corretti possano far crescere l’incidenza di alcuni tipi di tumore. «Prevenzione e cambiamento climatico sembrano due argomenti apparentemente distanti, ma non lo sono – ha rimarcato Vineis -. La globalizzazione sta procedendo veloce e ha conseguenze in parte positive, ma anche negative come l’impatto ambientale che è alla base di molte malattie. I tumori complessivamente stanno aumentando soprattutto nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa stiamo assistendo ad un preoccupante aumento di casi di cancro».
«La mortalità per cancro – continua – è stazionaria o mostra una tendenza alla diminuzione, mentre l’incidenza è in crescita. Gli stili di vita sono dunque impattanti sulla salute dei cittadini, in particolare durante la pandemia è aumentato il consumo di fumo e alcol tra i più giovani e questo avrà delle conseguenze a lungo termine. Anche l’inquinamento atmosferico ha un effetto scatenante per alcuni tipi di tumori così come l’alimentazione, in particolare la carne lavorata aumenta il rischio di tumore al colon retto. Molto deve essere fatto dal Ministero della Salute e della Transizione Ecologica per fronteggiare il problema promuovendo stili di vita corretti oltre che investendo nella formazione e nella ricerca. Dal PNRR si possono ottenere benefici sia sulla salute che sull’ambiente».
Anche Nicoletta Dentico, (Responsabile del programma Salute Globale Society for International Devolpment, SID) nel suo commento è tornata a sottolineare come il consumo di alcolici tra i più giovani abbia avuto effetti esasperanti. «Il 4,1% di tutti i casi di tumore sono attribuibili all’alcol – ha sottolineato – Un incremento che si è registrato soprattutto nell’est europeo, nei paesi asiatici, Cina, Vietnam, India e Africa sub sahariana dove accanto al fumo di sigaretta, l’alcol è il fattore scatenante per molti tumori».
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