Salute 17 Febbraio 2025 17:09

Cancro al seno, per una donna su otto la chirurgia conservativa è la nuova frontiera

Ha preso il via il progetto di ricerca Spectra-Breast che ha l'obiettivo di garantire alle donne interventi più efficaci, sicuri e meno invasivi
Cancro al seno, per una donna su otto la chirurgia conservativa è la nuova frontiera

Migliorare la chirurgia conservativa della mammella per il trattamento del tumore al seno, che colpisce nel corso della vita una donna su otto, è l’obiettivo del progetto di ricerca Spectra-Breast, finanziato dallo European Innovation Council nell’ambito del programma Pathfinder Open 2024. La cifra messa a disposizione è di tre milioni di euro e la durata del progetto sarà di quattro anni. Verrà coinvolto un consorzio di sei istituzioni di eccellenza con l’obiettivo di sviluppare uno strumento in grado di fornire ai chirurghi informazioni in tempo reale sulla presenza di cellule tumorali residue in fase di resezione, riducendo così il rischio di recidiva e la necessità di re-interventi. Fine ultimo di Spectra-Breast è quello di rendere la chirurgia del tumore al seno più efficace, sicura e meno invasiva. Capofila del progetto è l’Irccs Maugeri di Pavia, in collaborazione con Nireos e Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn), esperti in imaging iperspettrale e spettroscopia, il Politecnico di Milano, che fornisce competenze ingegneristiche in ottica e robotica.

La chirurgia conservativa è la prima scelta

“Una donna su otto sviluppa un tumore al seno e la chirurgia conservativa, laddove possibile, è la prima scelta per il trattamento della patologia in stadio precoce – spiega Fabio Corsi, responsabile della Breast Unit di Maugeri -. Tuttavia, la presenza di cellule tumorali sui margini chirurgici dopo resezione non è infrequente e rende necessario un secondo intervento per scongiurare il rischio di recidive, con disagi per le pazienti e costi per il sistema sanitario nazionale”. Questo accade perché oggi il chirurgo che asporta la massa tumorale non dispone di uno strumento che gli consenta contestualmente di stabilire se è stata rimossa una superficie sufficiente di tessuto e deve attendere gli esiti del laboratorio di anatomopatologia per capire se occorre asportare più tessuto. “Lo strumento a cui stiamo lavorando – riferisce Carlo Morasso, coordinatore del progetto e responsabile del Laboratorio di Nanomedicina e Imaging molecolare di Irccs Maugeri Pavia – basato sulla luce e non distruttivo, sarà applicabile in tempo reale durante la chirurgia e potrebbe rappresentare una soluzione innovativa che permetterà ai chirurghi di ricevere, già in sede di intervento, informazioni precise sulla presenza di malattia sui margini del tessuto rimosso”.

Robotica e intelligenza artificiale

Il progetto Spectra-Breast, spiegano i promotori, combina l’impiego di Imaging iperspettrale e spettroscopia  per analizzare la composizione del tessuto, e robotica e intelligenza artificiale per fornire ai chirurghi un riscontro immediato durante l’intervento. L’utilizzo della combinazione di queste ottiche servirà a distinguere le cellule tumorali da quelle non tumorali: la camera iperspettrale esegue una prima ricognizione e segnala le parti sospette che vengono poi analizzate in modo più approfondito dallo spettroscopio. L’Ai analizza i dati raccolti e restituisce al chirurgo indicazioni precise sui margini di escissione. Il progetto si articola in tre fasi: una prima di ‘sviluppo’ della tecnologia della durata di 18 mesi. Una seconda di ‘addestramento’ degli algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento delle cellule tumorali, e una terza di ‘validazione clinica’, condotta da Ics Maugeri su un campione di circa 100 pazienti.

La combinazione ‘vincente’

“Ifn-Cnr è coinvolto nell’acquisizione, integrazione e validazione dei dati, con l’obiettivo di avvicinare le tecnologie all’applicazione clinica. Spectra-Breast offre un’ottima occasione per mettere alla prova queste tecnologie in un contesto concreto, collaborando con team altamente complementari in un clima di stima reciproca”, commenta Renzo Vanna, responsabile dell’unità Cnr-Ifn di Milano. “Il Politecnico di Milano si occuperà dell’accoppiamento delle due tecniche per realizzare uno strumento ‘chiavi in mano’ per il chirurgo, in modo che possa vedere sullo schermo in falsi colori il tessuto asportato, per aiutarlo nell’identificazione delle aree tumorali o a rischio di infiltrazione tumorale – conclude Dario Polli, responsabile dell’Unità presso il Politecnico di Milano – . Per realizzare gli obiettivi di Spectra-Breast uniremo competenze diverse: dalla fotonica all’elettronica, dalla robotica all’intelligenza artificiale, per aumentare il grado di maturazione tecnologica del dispositivo, brevettando tutte le invenzioni che scaturiranno dalla ricerca scientifica e puntando a trovare l’implementazione migliore del dispositivo per un suo futuro test in clinica e, nel lungo periodo, anche per la sua commercializzazione”.

 

 

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