«Un eccesso di zuccheri crea uno stato infiammatorio che favorisce l’insorgenza di cellule tumorali», sottolinea Giordano Beretta, oncologo dell’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo
Con oltre 380mila nuovi casi nel 2018, il cancro rappresenta la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari in Italia. Una emorragia che sembra non avere fine, eppure se da un lato la sopravvivenza di vita per un malato oncologico è aumentata, è altrettanto vero che troppi sono ancora i quesiti su ciò che provoca l’insorgenza ed alimenta il cancro. Tanti gli studi fatti e molti in corso d’opera, tante teorie e per ora una sola certezza, cioè che in un ambiente infiammato è il terreno più fertile su cui attecchiscono e crescono le cellule tumorali. Fondamentale dunque non nutrire l’infiammazione e per questo contenere l’assunzione di alcuni cibi, primo su tutti lo zucchero, come ha sottolineato il Professor Giordano Beretta, Presidente eletto dell’Associazione italiana oncologia medica e responsabile del reparto di oncologia dell’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
«Un eccesso di zucchero – sottolinea Beretta – può provocare una situazione in cui aumenta l’insulina, aumenta la sua resistenza e questo porta ad un ulteriore aumento, e quindi si crea uno stato infiammatorio che favorisce l’insorgenza di cellule tumorali. La segnalazione, secondo cui lo zucchero possa provocare patologie oncologiche non ha trovato conferma se non nel fruttosio in alcune sperimentazioni».
Dunque, sarebbe l’ambiente infiammato, e non l’utilizzo di zuccheri la benzina per la moltiplicazione delle cellule tumorali, eppure lo zucchero ha la sua dose di responsabilità….
«Lo zucchero comporta il rischio di una assunzione esagerata di calorie e quindi di un aumento della massa corporea soprattutto in senso di aumento di grassi e di obesità che favorisce esso stesso lo stimolo delle cellule tumorali. In più un eccesso di zuccheri, qualora ci fossero già delle cellule tumorali, potrebbe comportare la creazione di un ambiente acido, che anch’esso favorisce la formazione di cellule tumorali. Quindi, non un effetto cancerogeno diretto, ma la formazione di un microambiente che determina la stimolazione di eventuali cellule tumorali».