Salute 20 Gennaio 2025 13:11

Cancro del rene, al Bambino Gesù rimosso un tumore che aveva ‘invaso’ il cuore

Più di nove ore di intervento per asportare con successo un nefroblastoma di 1,5 kg in una bambina di otto anni

di I.F.
Cancro del rene, al Bambino Gesù rimosso un tumore che aveva ‘invaso’ il cuore

Un voluminoso tumore renale, di circa 1,5 kg che aveva invaso anche il cuore, è stato rimosso da un’équipe multidisciplinare dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. La piccola paziente, una bambina di otto anni affetta da nefroblastoma, ha subito un’operazione durata oltre nove ore, che ha richiesto il temporaneo arresto cardiaco. L’intervento, reso possibile dalla collaborazione tra oncologi, chirurghi, cardiochirurghi, e anestesisti, rappresenta un risultato importante per la medicina pediatrica. “Questo successo non è solo una vittoria medica, ma anche una grande speranza per tante famiglie che affrontano situazioni simili”, commenta il dottor Alessandro Crocoli, responsabile dell’Unità di Chirurgia Oncologica.

Un raro tumore in età pediatrica

Il nefroblastoma, noto anche come tumore di Wilms, è una neoplasia rara che colpisce prevalentemente i bambini tra il primo e il quinto anno di vita, con un picco tra i due e i tre anni. Rappresenta circa il 90% dei tumori renali pediatrici, anche se i tumori al rene costituiscono meno del 5% delle neoplasie in età pediatrica. In Italia, la sua incidenza è di circa otto casi ogni milione di bambini. I reni si formano durante lo sviluppo embrionale a partire da alcune particolari cellule staminali dette progenitrici. In alcuni casi, queste cellule persistono nei reni dopo la nascita e, a causa di mutazioni genetiche, possono proliferare in modo incontrollato, portando alla formazione del nefroblastoma.

La storia

Sara (ma il nome di fantasia), otto anni appena compiuti, era affetta da un nefroblastoma al rene destro che si estendeva all’interno della vena renale, della vena cava inferiore fino a raggiungere l’atrio destro del cuore, a causa di una trombosi neoplastica. Questa rara estensione del tumore si verifica in appena il 4-10% dei casi di nefroblastoma. Prima dell’intervento Sara è stata sottoposta a sei cicli di chemioterapia, eseguiti dal team di oncologi guidati dal professor Franco Locatelli, per ridurre la massa tumorale e facilitare l’operazione. La fase preparatoria pre-chirurgica si è avvalsa di tecniche all’avanguardia di diagnostica per immagini come l’elaborazione 3D del tumore da asportare realizzata dall’unità di Imaging avanzato cardiotoracovascolare e fetale.

L’intervento

L’operazione ha avuto una prima fase in cui l’équipe di chirurgia oncologica, formata dal dottor Alessandro Crocoli e dalla dottoressa Chiara Grimaldi, ha rimosso il rene destro, il cui volume era dieci volte superiore rispetto alla norma a causa del tumore. Successivamente i cardiochirurghi, guidati dal professor Lorenzo Galletti e con il dottor Gianluca Brancaccio come primo operatore, hanno temporaneamente arrestato il cuore della bambina, mantenendola in vita con la circolazione extracorporea, per rimuovere la parte del tumore che aveva invaso l’atrio destro. Infine, dopo aver riavviato il cuore, i chirurghi hanno completato l’operazione rimuovendo il residuo tumorale dalla vena cava inferiore. In totale, il tumore asportato pesava circa 1,5 kg. La parte anestesiologica del complesso intervento, durato più di 9 ore, è stata gestita dal team della Terapia Intensiva Cardiochirurgica del dottor Luca Di Chiara.

Un traguardo straordinario nella chirurgia oncologica pediatrica

“Questo intervento rappresenta un traguardo straordinario nella chirurgia oncologica pediatrica. Rimuovere un tumore di queste dimensioni, così invasivo, è stato possibile solo grazie a una pianificazione chirurgica estremamente accurata e alla collaborazione di un’équipe multidisciplinare altamente specializzata – spiega il dottor Alessandro Crocoli, responsabile di Chirurgia Oncologica – La priorità è stata garantire il miglior risultato possibile, con un approccio personalizzato e sicuro”. Per il professor Lorenzo Galletti, responsabile di Cardiochirurgia “l’asportazione della massa tumorale che invadeva il cuore ha richiesto l’arresto cardiaco e l’uso della circolazione extracorporea, procedure complesse che esigono il massimo coordinamento – ha commentato  – Questo intervento dimostra come, unendo competenze avanzate e tecnologia d’avanguardia, possiamo affrontare anche i casi più difficili, restituendo speranza ai nostri giovani pazienti”.
Dopo una breve degenza in terapia intensiva, Sara sta proseguendo la convalescenza in modo positivo e riceve le cure necessarie per un recupero ottimale. La scorsa settimana ha festeggiato il suo ottavo compleanno in reparto con la famiglia e con i medici che si stanno prendendo cura di lei. Il suo percorso di cura continuerà con sedute di radioterapia addominale e ulteriori cicli di chemioterapia.

 

 

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