I ricercatori hanno stimato la proporzione e il numero di casi di cancro e morti attribuibili a fattori potenzialmente modificabili per 30 tipi di cancro
Quattro casi di cancro su dieci e circa la metà di tutte le morti per cancro tra gli adulti di 30 anni e oltre negli Stati Uniti (ogni anno sono circa 713.340 i casi di cancro diagnosticati e 262.120 le morti) potrebbero essere attribuiti a fattori di rischio modificabili, tra cui il fumo di sigaretta, il peso corporeo eccessivo, il consumo di alcol, l’inattività fisica, la dieta e le infezioni. Il fumo di sigaretta è di gran lunga il principale fattore di rischio, contribuendo a quasi il 20% di tutti i casi di cancro e al 30% di tutte le morti per cancro. Sono i risultati di uno studio dell’American Cancer Society (ACS), pubblicati sulla rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians.
“Nonostante il notevole calo della prevalenza del fumo negli ultimi decenni, il numero di morti per cancro al polmone attribuibili al fumo di sigaretta negli Stati Uniti è allarmante – rileva Farhad Islami, dell’American Cancer Society e autore principale del rapporto -. Interventi per aiutare a mantenere un peso corporeo sano e una dieta equilibrata possono anche ridurre sostanzialmente il numero di casi e morti di cancro nel paese, soprattutto data l’incidenza crescente di diversi tipi di cancro associati al peso corporeo eccessivo, in particolare nei giovani”.
In questo studio, i ricercatori hanno stimato la proporzione e il numero di casi di cancro e morti attribuibili a fattori potenzialmente modificabili per 30 tipi di cancro. Questi fattori di rischio includevano il fumo di sigaretta, il fumo passivo, il sovrappeso, l’alcol, il consumo di carne rossa e lavorata, il basso consumo di frutta e verdura, fibra alimentare e calcio alimentare, l’inattività fisica, le radiazioni ultraviolette (UV) e infezioni con Epstein-Barr (EBV), Helicobacter pylori, epatite B (HBV) e C (HCV), herpes umano di tipo 8, HIV e il papillomavirus umano (HPV).
Al sovrappeso è attribuibile il 7,6% dei casi di tumore, seguito dal consumo di alcol (5,4%), dall’esposizione alle radiazioni UV (4,6%) e dall’inattività fisica (3,1%). Il cancro al polmone costituisce il maggior numero di casi attribuibili ai fattori di rischio valutati sia negli uomini (104.410 casi) che nelle donne (97.250), seguito dal melanoma della pelle (50.570), dal cancro del colon-retto (44.310) e dal cancro della vescica urinaria (32mila) negli uomini e dal cancro al seno (83.840), al corpo dell’utero (35.790) e al colon-retto (34.130) nelle donne.
“Questi risultati rafforzano il fatto che la morbilità e la mortalità prematura per cancro negli Stati Uniti possono essere sostanzialmente ridotte attraverso un’implementazione ampia ed equa di iniziative preventive note, come le accise sulle sigarette per ridurre il fumo, lo screening e il trattamento dell’infezione da HCV e la vaccinazione contro l’HPV – scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio -. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per meglio programmare altre tipologie di interventi per moderare l’eccesso di peso corporeo, la dieta non sana, il consumo di alcol e l’inattività fisica”. Per gli scienziati in questi ambiti “interventi su misura” avrebbero maggiori probabilità di successo. “Sono inoltre necessarie ulteriori ricerche su altre esposizioni potenzialmente modificabili, come agenti cancerogeni professionali, inquinamento atmosferico e altri fattori di rischio ambientale. Ancora, sulle associazioni delle esposizioni lungo tutto l’arco della vita e – concludono gli esperti – sulle interazioni tra fattori di rischio”.
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