La sperimentazione non ha richiesto nessun esame aggiuntivo per i piccoli pazienti coinvolti nello studio: le cellule utilizzate per far crescere i mini-tumori sono ottenute dalle biopsie di routine
Sperimentare i farmaci su mini-tumori prodotti in laboratorio a partire da cellule del singolo paziente può indicare la terapia migliore per ciascuno: è questa la prospettiva aperta dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine dal gruppo di Diana Azzam, della Florida International University di Miami. La sperimentazione di diversi farmaci su mini-tumori per scegliere il migliore ha aiutato i bambini con cancro avanzato a vivere più a lungo. Per la ricercatrice la tecnica utilizzata in questo studio ha un enorme potenziale, non limitato all’ambito pediatrico: “aiuterà a guidare i trattamenti in qualsiasi tumore”, dice Azzam.
La sperimentazione, condotta grazie al contributo di alcuni piccoli pazienti in cura presso il Nicklaus Children’s Hospital (Miami, Florida, USA), non ha richiesto nessun esame aggiuntivo per i bambini coinvolti nello studio. Le cellule utilizzate per far crescere i mini-tumori, infatti, vengono ottenute nell’ambito delle biopsie di routine o quando si sottopone il paziente a intervento chirurgico per rimuovere l’intera massa. L’approccio consente di testare più di 100 diversi farmaci o combinazioni di farmaci su migliaia di mini-tumori in provetta, utilizzando attrezzature robotiche per applicare poi quelli più efficaci sui pazienti.
“Attualmente, la scelta dei farmaci oncologici si basa sul giudizio dei clinici e si opera per tentativi ed errori, approccio che può richiedere mesi prima di arrivare alla terapia più efficace, e può avere effetti collaterali gravi che rendono molto più difficile proseguire il trattamento, spiega Azzam -. L’unico modo per fornire il farmaco giusto al paziente al momento giusto – osserva – è testare i farmaci sulle cellule tumorali e scoprire quali funzionano e quali no”.
Finora i mini-tumori erano stati testati solo in un trial, in adulti con leucemia o altri tumori del sangue in fase avanzata. La nuova sperimentazione, condotta sui bambini con tumori solidi, indica che l’approccio è efficace anche su questi pazienti. Il team di Azzam ha coinvolto 21 pazienti con recidiva dopo molteplici trattamenti precedenti. Il test di sensibilità ai farmaci ha suggerito un trattamento consigliato per 19 dei partecipanti. Di questi, solo sei alla fine hanno ricevuto il trattamento scelto, e di questi cinque hanno avuto una remissione del loro cancro che è durata 8,5 volte più a lungo, in media, rispetto ai precedenti trattamenti.
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