Visita a Firenze della titolare della Salute con il Sottosegretario Bartolazzi. Associazione pazienti denunciano difficoltà trovare sostanza
Il Ministro della Salute Giulia Grillo continua il suo impegno sulla cannabis terapeutica. Oggi, insieme al sottosegretario Armando Bartolazzi, ha visitato a Firenze lo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, dove intende verificare la possibilità di aumentare la produzione di cannabis terapeutica. Nel pomeriggio invece visita l’Ospedale di Prato dove sono state segnalate alcune criticità.
«Farò ogni sforzo affinché in tutte le farmacie torni disponibile la cannabis ad uso medico per garantire la continuità terapeutica alla quale avete diritto» ha affermato il Ministro Giulia Grillo. Poi ha aggiunto: «Ho incontrato il Comitato pazienti cannabis terapeutica, con cui ho avuto un fruttuoso colloquio. Ho ascoltato le loro istanze e mi sono attivata per verificare le condizioni di un aumento di produzione di cannabis terapeutica».
Fin dall’inizio del suo mandato il Ministro si è interessato della tematica, sollecitato anche dalle associazioni dei pazienti. Nelle settimane scorse l’inquilina di Lungotevere Ripa aveva scritto al Ministro della Salute olandese, Hugo De Jonge, per chiedere l’invio di ulteriori 250 kg del prodotto, in aggiunta ai 450 kg già concordati sia per il 2018 che per il 2019. L’Olanda è il maggiore produttore europeo di questa sostanza.
Il Ministro aveva sottolineato che «una somministrazione a singhiozzo e discontinua di cannabis, come di qualsiasi altro medicinale, mette a rischio i pazienti perché non garantisce i benefici che si ottengono solo grazie alla continuità terapeutica».
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La cannabis terapeutica può essere prescritta solo dal medico ed è utilizzata principalmente nella terapia del dolore per gravi patologie quali la sclerosi multipla e le lesioni midollari, ma anche nella cura dei tumori per alleviare i sintomi causati dalla chemio e radioterapia.
Un altro fronte caldo del Ministro è quello sulla cannabis light: Grillo aveva contestato il parere del Consiglio superiore di Sanità (Css), che chiedeva di vietare la vendita della cannabis light, una conclusione definita «un po’ forte» assicurando comunque che non è in programma nessuna chiusura dei canapa shop ma al limite una loro regolamentazione.