Il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha dichiarato che la quarta dose non ha senso per le persone che non sono a rischio. Queste dichiarazioni non sono piaciute a molti scienziati che hanno espresso forti preoccupazioni
«Non ha senso consigliare la quarta dose di vaccino anti-Covid a chi non è a rischio di morire a causa del virus». Queste le parole con cui il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha annunciato un cambio di approccio alla vaccinazione anti-Covid del nuovo ministero della Salute. Contrariamente alle indicazioni contenute nell’ultima circolare sull’argomento, Gemmato non consiglia il richiamo vaccinale «a chi sta bene, a chi si riconosce in un cluster che non dà mortalità – dice Gemmato – sia per analisi costo-beneficio, sia perché vi sono delle reazioni avverse all’assunzione di farmaci e di vaccini». Le dichiarazioni del Sottosegretario alla Salute hanno subito sollevato un polverone di polemiche.
«L’idea di questo ministero, nostra, del ministro – spiega Gemmato – è quella di mettere in sicurezza i cluster che hanno dato mortalità. Sono dati di epidemiologia medica, statistici, non si inventa nulla: si vede che i cluster che danno mortalità sono i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Quelle sono le persone alle quali noi consigliamo di vaccinarsi e lo consigliamo in maniera forte e puntuale». Per tutti gli altri, quindi, la quarta dose non sarebbe consigliata. «Si deve fare sempre un bilanciamento costi-benefici – dice il Sottosegretario alla Salute – e in questo caso l’idea nostra, di Fratelli d’Italia, del Governo, è bilanciare sempre e capire che la vaccinazione va fortemente consigliata ai cluster che danno mortalità. Non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest’epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive».
Forte è stata la risposta degli scienziati alle parole di Gemmato. «Mentre pubblichiamo un lavoro che indica a governi le evidenze scientifiche da seguire per uscire dalla pandemia, il sottosegretario Gemmato va esattamente nella direzione opposta. Quarta dose non ha senso nei sani, nessuna pressione sui servizi, muoiono solo i fragili, preoccupante». Così Walter Ricciardi, professore di Igiene alla Cattolica ed ex consulente di Roberto Speranza al ministero della Salute, scrive su Twitter.
Non si fa attendere neanche la risposta di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. «Io posso condividere con il sottosegretario alla Salute che oggi non è necessario proporre la quarta dose a chi ne ha fatte tre o ha fatto la malattia e ha meno di 65 anni e non ha nessuna comorbidità, ma dire che non ha senso è troppo ed è una visione tranchant», dichiara. «La dose di richiamo la devono fare gli anziani e i fragili, tutti gli altri decideranno se farla o meno», aggiunge.
«La vaccinazione è il cardine della prevenzione. Tutto quello che abbiamo ottenuto nella lotta al Covid è grazie ai vaccini che nel mondo, nel primo anno di immunizzazioni, hanno salvato 14 milioni di vite e in Italia 150mila», dice Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «Per questo serve continuare la campagna di vaccinazione senza tentennamenti, e mi pare che il ministro della Salute l’abbia ribadito, senza passi indietro della politica anche sulla quarta dose», aggiunge. «In Italia, secondo i dati dell’Iss, – ricorda Andreoni – le immunizzazioni contro il Covid hanno evitato 500mila ospedalizzazioni e 55mila ricoveri. Ecco perché serve ancora mantenere un elevato tasso di immunizzazioni, soprattutto perché vediamo sempre più casi dovuti alla sottovariante di Omicron 5 Cerberus e alcuni sono completamente vaccinati».
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