Margherita la titolare spiega: «Dopo 10 anni l’agenzia delle entrate ha ridotto l’Iva su prodotti acquistati con prescrizione medica, ora al 4%, mentre le vendite online hanno permesso di ammortizzare l’effetto Covid sul fatturato».
La caduta totale o parziale dei capelli è uno degli effetti collaterali più impegnativi per pazienti sottoposte a chemioterapia o affette da alopecia o malattie autoimmuni. Per affrontare con minor impatto possibile il cambiamento, Paride Parrucche, bottega storica inaugurata nel 1937 ed oggi ancora presente nel palazzo di via San Prospero 4 a Milano, ha ideato un nuovo prodotto che può essere gestito come una chioma naturale.
«Ormai chi fa parrucche non produce solo per il teatro, ma principalmente per esigenze mediche, per donne sottoposte a chemioterapia, affette da alopecia o con malattie della pelle che determinano la caduta dei capelli – esordisce Margherita Improta, titolare del marchio Paride Parrucche rilevato da Vittoria Barbieri, figlia del fondatore Paride -. La clientela si rivolge a noi perché vuole ritrovare il proprio aspetto, il proprio look e vuole sentirsi adeguata anche nei momenti peggiori della malattia».
Un mercato difficile che richiede passione, precisione e anche grande empatia per capire anche solo dallo sguardo la cliente. «Le persone entrano nel nostro laboratorio spesso con le lacrime agli occhi – spiega Margherita – noi dobbiamo capire, consigliare e trovare la soluzione migliore per alleviare la loro sofferenza e restituire un sorriso. Quindi lavoriamo su misura scegliendo per ogni persona i materiali e i prodotti più adatti, questo significa realizzare calotte in tulle, che spariscono sulla pelle, dove i capelli vengono annodati uno alla volta con l’uncinetto in tre diverse tonalità, in modo da mantenere il movimento e la naturalezza che si avverte con il tatto. I capelli che utilizziamo sono esclusivamente naturali ed italiani e li scegliamo con la cliente secondo la tipologia e le caratteristiche della persona. Per cui se una donna è abituata ad un capello liscio si va in quella direzione, se ha un capello riccio si propende per quella soluzione, si mostra, si consiglia e si lavora».
Un procedimento che richiede ore di prove, proposte fino ad individuare la soluzione più opportuna, i tempi della lavorazione sono di circa 15 giorni, anche se la squadra di Margherita di fronte ad esigenze particolari è disposta a lavorare anche nel fine settimana. «Nel caso di cuti lesionate e particolarmente sensibilizzate la scelta più adatta è la seta naturale – spiega la titolare mentre ci accompagna nel laboratorio -. In base alla situazione, si propongono i materiali e i capelli più adatti e il tipo di fissaggio. Se la cute lo permette, si può scegliere di applicare la parrucca con dei medicali, che importiamo da cliniche svizzere, in modo da gestire il capello come fosse naturale, shampoo e docce incluse. Quando il capello ricresce, si cambia l’adesivo con elastici particolari che mantengono fisso il prodotto ma non penalizzano la ricrescita naturale».
Una gestione laboriosa che ha il vantaggio di garantire alla paziente oncologica una autonomia gestionale della parrucca. come racconta Margherita. «Non ci sono regole, la scelta di quanto indossarla spetta alla cliente. C’è chi viene da noi una volta al mese a fare la manutenzione, poi lava e tratta i capelli come fossero naturali, e chi invece preferisce toglierla da sola a casa la sera per indossarla il giorno successivo, in questo caso si utilizzano adesivi differenti».
Il lavoro artigianale e personalizzato, vero punto di forza della Bottega di Paride, richiede un impegno economico quantificato dalla titolare in 2500, 3000 euro. «Tutto incluso – tiene a precisare Margherita – per andare incontro alle nostre clienti ci siamo fatti promotori con l’Agenzia delle Entrate della battaglia per applicare l’Iva al 4% sulle parrucche delle persone che seguono un trattamento medico. Quest’anno per la prima volta, dopo 10 anni, abbiamo avuto ragione e quindi, presentando un certificato medico che attesti la cura chemioterapica o la presenza di una malattia che causa la caduta dei capelli, applichiamo l’Iva al 4%. Il messaggio è passato in tutti gli ospedali milanesi, lombardi e lo stiamo diffondendo ora in Italia».
Complice il Covid, infatti, Paride parrucche quest’anno, per bilanciare la minor affluenza in laboratorio, ha deciso di affiancare al mercato tradizionale il canale l’e-commerce. Una scelta che si è rivelata vincente: «Ci siamo dovuti confrontare con un crollo delle visite perché le donne immunodepresse non uscivano più di casa, e dunque abbiamo potenziato la vendita online cercando di assecondare il più possibile le clienti con consulenze a distanza. Ci siamo inventate materiali diversi, elastici e dedichiamo almeno un’ora, un’ora e trenta a chi ci contatta. Mostriamo i capelli, i colori, i tagli, insegniamo a prendere le misure. Quindi spediamo a casa il materiale da provare con dei campioni. In questo modo riusciamo a tenere il servizio sempre al top e riusciamo a servire persone all’estero e del sud Italia».
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