La campagna AIL “Destinazione Futuro” aiuta i pazienti ad informarsi su centri autorizzati e caratteristiche dei protocolli. «In oncologia pediatrica fondamentale follow up e monitoraggio»
Due poli ospedalieri d’eccellenza saranno il quartier generale del Meridione per l’applicazione dei protocolli all’avanguardia relativi alle cellule CAR-T. Sarà la Campania infatti la regione di riferimento per tutti i pazienti del Sud Italia che hanno bisogno della somministrazione di CAR-T per affrontare tumori del sangue altrimenti letali. Grazie all’AOU Federico II e all’AORNe Santobono Pausilipon, la Regione è infatti all’avanguardia sulla tecnologia che consente di “ingegnerizzare” i linfociti T così da aiutarli a combattere le malattie oncologiche e oncoematologiche. Il primato della Campania emerge da un incontro di esperti tenutosi a Napoli in occasione del lancio della campagna informativa CAR-T – Destinazione futuro, promossa da AIL (Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma). Carta vincente del sistema campano è anche il supporto offerto dalla sezione AIL di Napoli nel percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e la disponibilità a collaborare con i Centri per monitorare l’efficacia dei trattamenti e supportare la ricerca. «CAR-T – Destinazione futuro, campagna itinerante partita nel 2022, – spiega Giuseppe Toro, presidente Nazionale AIL – ci aiuta ad informare i pazienti ematologici e gli operatori sanitari su questa nuova frontiera della medicina che, siamo convinti, aprirà nuovi orizzonti terapeutici per alcuni tumori del sangue».
«Si tratta di una terapia innovativa in campo onco-ematologico – spiega Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore U.O. di Ematologia e Trapianti di Cellule Staminali alla Federico II di Napoli – che permette di offrire una possibilità di cura a pazienti con linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali. Nei pazienti con questo tipo di tumori del sangue – continua Pane – i linfociti T, i globuli bianchi responsabili della difesa del nostro organismo dalle malattie, non sono in grado di garantire la propria capacità di difesa immunitaria. Il meccanismo d’azione delle CAR-T si basa su un concetto semplice e rivoluzionario al tempo stesso: combattere i tumori come se fossero un agente estraneo al corpo, una sorta di infezione, “modificando” le cellule linfocitarie del sistema immunitario del paziente in modo da risvegliare la risposta immunitaria e attivarla per riconoscere le cellule maligne e ucciderle. Le CAR-T possono contrastare alcuni meccanismi di evasione tumorale, permettendo al sistema immunitario di individuare il tumore».
A rendere particolarmente interessante il campo d’azione delle CAR-T è poi la possibilità di offrire una speranza di guarigione a molti bambini che altrimenti non ne avrebbero. Ad esempio, nonostante l’ottima prognosi della leucemia linfoblastica acuta pediatrica, il 15-20% dei casi va incontro a recidiva; è in questi casi che sono indicate le CAR-T che stanno aprendo nuove prospettive anche per altre forme di tumore in queste fasce d’età. «Possiamo dire che il percorso affrontato da un paziente pediatrico per alcuni versi è sovrapponibile a quello di un paziente adulto, soprattutto per l’individuazione della malattia ematologica, del target e della eleggibilità del paziente – spiega Francesco Paolo Tambaro, direttore UOC Trapianto di Cellule Ematopoietiche e Terapie Cellulari, dipartimento di Ematologia, Oncologia e Terapie Cellulari, AORN Santobono Pausilipon di Napoli. «Negli adulti – sottolinea Tambaro – sono molto più frequenti le complicanze di tipo neurologico rispetto a quanto accade nei pazienti pediatrici, nei quali tuttavia la tossicità neurologica è più difficile da individuare. Bisogna considerare inoltre che i pazienti pediatrici sono stati sottoposti a precedenti linee chemioterapiche e si deve comunque monitorare tutto quello che hanno potuto comportare tali terapie, come i disturbi della crescita, i disturbi gonadici, i disturbi cardiologici che possono essere una conseguenza delle precedenti terapie. Inoltre, dobbiamo ancora capire se la terapia con CAR-T è definitiva o ha bisogno di un consolidamento con trapianto di cellule staminali successivo. Il follow up è molto orientato ad approfondire questi aspetti per i quali mancano ancora precise linee guida».
Le attività della campagna prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. I capoluoghi regionali dove sono attivi Centri abilitati alla somministrazione ospitano eventi che coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte sulla terapia CAR-T, le criticità nella Regione, le aspettative e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – CNR Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.
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