Le regioni devono ora adottare specifici indirizzi integrati di programmazione e hanno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione del decreto per inviare il piano di massima delle attività da finanziare. La senatrice Guidolin (M5S): «È un segnale, sono fondi che arrivano direttamente nei territori e che ora devono essere spesi bene»
Non sarà la svolta attesa dal mondo delle famiglie e dei caregiver delle persone con gravi disabilità, ma in questi difficili tempi di pandemia, con i servizi territoriali spesso a singhiozzo, si tratta di fondi che possono segnare un’inversione di tendenza.
In attesa del Disegno di legge sul caregiver familiare all’attenzione della Commissione Lavoro del Senato, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto del 27 ottobre 2020 firmato dai Ministri per le Pari opportunità e la famiglia e del Lavoro e delle politiche sociali, contenente i “Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020”.
Si tratta di oltre 44 milioni di euro per il 2018-2019 e quasi 24 milioni per l’anno 2020 che dovranno essere spesi dalle regioni in interventi di sostegno e sollievo destinati ai caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima così come definito dall’articolo 3 del decreto 26 settembre 2016 del Ministero del Lavoro. «Ora le Regioni hanno 60 giorni di tempo per fare richiesta e poi 45 giorni di tempo per l’erogazione – commenta a Sanità Informazione la senatrice M5S Barbara Guidolin, da sempre in prima linea sulle misure a sostegno dei caregiver -. Penso che sia un segnale in questo periodo turbolento, fondi che arrivano direttamente nei territori e che ora devono essere spesi bene».
Nella ripartizione Lombardia, Lazio e Campania fanno la parte del leone essendo le regioni più popolose. Le regioni devono ora adottare specifici indirizzi integrati di programmazione per gli interventi: hanno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione del decreto (avvenuta il 22 gennaio, quindi non c’è troppo tempo) per inviare il piano di massima delle attività da finanziare con cronoprogramma di attuazione e relativi costi. Il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio provvede entro 45 giorni ad erogare i fondi a ciascuna regione e a monitorare la realizzazione degli interventi finanziati.
Ma quali progetti saranno finanziati? «Bisogna puntare all’adeguamento dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei livelli essenziali di assistenza (LEA) – spiega la senatrice Guidolin -. E poi credo che bisogna guardare alle necessità della vita di tutti i giorni: penso ad interventi di sostegno che possano permettere a un caregiver di prendersi due o tre ore magari semplicemente per andare a fare la spesa. Ma penso anche al supporto psicologico».
La vera svolta però sarebbe l’approvazione del Disegno di legge che l’emergenza pandemica ha bloccato nei meandri del Senato e che, tra le altre cose, prevede il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura e di assistenza svolta dal caregiver familiare «quale risorsa volontaria dei servizi socio-sanitari e sanitari locali di assistenza alla persona e di valorizzazione dell’assistenza domiciliare della persona».
«Ora che i lavori parlamentari stanno in qualche modo ripartendo il Ddl è la priorità da parte di tutte le forze politiche, confido che l’esame riprenda quanto prima», conclude la senatrice Guidolin.
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