Inoltre la figura del medico di medicina generale è stata messa al centro del progetto di gestione delle cronicità attraverso le cooperative di medici. «Un modo per valorizzare la figura del medico di medicina generale che non può essere solo colui che sta in studio», spiega in un’intervista l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera
La carenza dei medici di medicina generale colpisce anche la Regione Lombardia. Secondo quanto riportato dal presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi «si parla di un’uscita del 30% dei medici di famiglia da qua a pochi anni». Un dato in linea con un fenomeno di scala più ampia come ricorda Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia: «C’è una carenza nazionale data da un’errata programmazione».
Su questo la Regione Lombardia è intervenuta: «Nel 2017 il bando (ndr. per le borse di formazione) era per 100 persone – racconta Gallera – e noi siamo arrivati ad averne 136 tra i sovrannumerari, persone che hanno potuto comunque usufruire del corso. Quest’anno abbiamo fatto un corso per 380, perché siamo riusciti ad ottenere molti più slot da parte sia del Governo precedente sia di questo Governo che sta dimostrando una grande attenzione. Ripartiamo con un corso nel 2019, stiamo definendo gli slot di altri 350 medici di medicina generale. Quindi mi sembra che la sensibilità sia cresciuta».
«Il gap oggi c’è, – ammette l’assessore al Welfare – ma può essere recuperato grazie anche alla possibilità del laureato in medicina che si iscrive al corso di iniziare ad esercitare immediatamente mentre frequenta, per coprire le carenze. Mi sembra che oggi è nelle priorità dell’agenda del Governo, da tempo lo è di Regione Lombardia, e quindi i risultati si stanno vedendo».
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Proprio un ultimo progetto della Regione Lombardia sono le cooperative di medici per la gestione delle cronicità. «Accanto al medico di medicina generale ci sono altre figure che lo devono supportare e possono essere altrettanto efficaci nell’affrontare le patologie», spiega l’assessore Gallera. Da gennaio 2018 la Regione Lombardia ha infatti rivoluzionato l’assistenza dei cittadini con patologie croniche, attraverso il “Piano di Assistenza Individuale” (PAI), di validità annuale, che contiene tutte le prescrizioni necessarie alla gestione delle patologie croniche da cui è affetto. «Abbiamo già 300 piani di assistenza individuali, cioè cittadini a cui è stato fatto questo piano, questa fotografia dei suoi bisogni e i medici stanno già prenotando direttamente sulle agende dei poliambulatori e degli ospedali le visite. Siamo già a più di 100mila visite prenotate direttamente dai medici».
«Le cooperative di medici sono un’idea importante», spiega ancora l’assessore. «Diventano gestori della presa in carico del paziente cronico che da un lato è un modo per valorizzare la figura del medico di medicina generale che non può essere solo colui che sta in studio, ma deve avere la capacità, il ruolo, il dovere e il diritto di essere colui che realmente governa i bisogni medici di un paziente». In che modo? «Evitando che altri possano prescrivere in relazione al suo paziente e avendo la percezione di tutti i bisogni, di tutte le visite, di tutte le attività sanitarie che il paziente compie e che gli vengono prescritte. Questo modello sta dando i suoi risultati, abbiamo circa 3mila medici che hanno aderito». Conclude l’assessore al Welfare, Giulio Gallera: «Questo è il segno di un aiuto che si fa al medico, di una centralizzazione e valorizzazione del ruolo e della figura del medico di medicina generale, proiettiamo nel futuro il ruolo del medico e la sua capacità di essere il vero player dei bisogni sanitari».