Cittadinanzattiva ha realizzato una prima mappa della realizzazione delle Case di Comunità, punto essenziale del Pnrr. Sono emerse gravi disparità
Poco informati, ma aperti alla novità delle Case della Comunità (CdC) purché non si intacchi la consolidata relazione medico-paziente a cui i cittadini tengono in modo particolare. Con questo atteggiamento, in Italia si sta assistendo all’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale come prevista dal PNRR, riguardo al quale il coinvolgimento delle associazioni, civiche e di pazienti, è del tutto insoddisfacente. E già spuntano le prime disparità. Queste le principali risultanze della prima mappatura, realizzata da Cittadinanzattiva, delle nuove strutture sanitarie previste dalla Missione 6”dedicata alla Salute del PNRR, con informazioni dettagliate a livello di regione, provincia e ASL, sulla dislocazione delle 1350 Case della Comunità, dei 400 Ospedali di Comunità (OdC) e delle 600 Centrali Operative Territoriali (COT) che il PNRR ha individuato.
Questa mappatura permetterà di monitorare capillarmente lo stato di avanzamento della riforma e di verificare inoltre se verrà nei fatti rispettata la prossimità territoriale anche, per esempio, nelle aree interne del paese. In tema di assistenza territoriale nel PNRR si punta moltissimo sulle Case della Comunità: se ne prevedono ben 1.350 (le vecchie Case della salute non raggiungevano le 500 unità), vale a dire in media una ogni 18.069 persone con patologia cronica. «Inevitabili risultano le disparità territoriali: si va da Casa ogni 12.428 malati cronici in Calabria ad una ogni oltre 23mila malati cronici in Emilia Romagna, Liguria e Valle d’Aosta», riferisce il report di Cittadinanzattiva.
Differenze rilevanti fra le Regioni anche sugli Ospedali di comunità
Analogamente, il PNRR prevede 400 Ospedali di comunità, in pratica una struttura ogni 64.115 persone con patologia cronica. Anche in questo caso le differenze tra le Regioni sono rilevanti: la situazione migliore si registrerebbe in Basilicata (rapporto 1 a 47mila), la situazione peggiore (rapporto 1 a oltre 74 mila malati cronici) in Friuli-Venezia Giulia, Umbria, P.A. Bolzano e P.A. Trento. Risultanze che – se confermate – potrebbero consentire al Sud di ridurre almeno parzialmente il divario col resto del Paese. Infatti, la proporzione tra numeri di pazienti cronici e strutture previste dal PNRR (Case e Ospedali di Comunità) premia indiscutibilmente Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, oltre ad Abruzzo e Sardegna. Un dato che trova conferma nella ripartizione su base regionale delle risorse economiche previste dal PNRR, in particolare degli investimenti pro-capite.
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