La proposta delle deputate Murelli, Lorenzoni e Locatelli prevede anche di specificare il contenuto di glutine nei bugiardini ma anche di formare i ristoratori e quanti operano in strutture turistiche e alberghiere: «Servono stesse regole per l’acquisto di cibo senza glutine»
Una proposta di legge fatta di soli quattro articoli che potrebbe cambiare in meglio la qualità di vita dei pazienti affetti da celiachia. Il Ddl è stato presentato da tre deputate della Lega: Elena Murelli, Eva Lorenzoni e Alessandra Locatelli.
L’obiettivo della legge è quello di obbligare ristoranti e distributori automatici a vendere cibo glutin free e garantire così a 600mila persone celiache di poter acquistare con la tessera sanitaria ovunque alimenti senza glutine. La normativa ad oggi varia da regione a regione poiché il Ministero della Salute non si è mai avvalso della facoltà di definire le modalità organizzative per l’erogazione di tali prodotti, per cui l’applicazione delle norme-quadro nazionali avviene in modo assai diversificato. Ma la legge va oltre e prevede anche, tra le altre cose, misure sui foglietti illustrativi dei prodotti farmaceutici e per il reinserimento sociale dei soggetti affetti da celiachia.
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«Servono stesse regole in tutta Italia per l’acquisto di cibo senza glutine – afferma Murelli -. La nostra pdl vuole uniformare la possibilità di acquistare prodotti dedicati anche in esercizi commerciali e farmacie, con la tessera sanitaria, e prevede di specificare il contenuto di glutine nei bugiardini, ma anche di formare i ristoratori e quanti operano in strutture turistiche e alberghiere. Ad oggi non è infatti ancora obbligatorio prevedere cibi gluten free nei menu. E questo avviene anche in aeroporti, stazioni, bar e distributori automatici dentro gli ospedali, scuole o università, servizi ristorazione nei treni o negli aerei».
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Il presente disegno di legge consta di quattro articoli. L’articolo uno interviene sulla tipologia di interventi nazionali e regionali diretti a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia, prevedendo la necessità di una preparazione e aggiornamento professionali non solo del personale sanitario, ma anche di quello del settore della ristorazione, del turismo e alberghiero. L’articolo due apporta modificazioni in tema di «Diagnosi precoce e prevenzione» prevedendo il miglioramento della diffusione di un aggiornato protocollo di diagnosi, da inserirsi nei piani sanitari regionali, per una corretta e precoce diagnosi di celiachia. L’articolo tre interviene sulle modalità di erogazione dei prodotti senza glutine prevedendo che le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito del Fascicolo sanitario elettronico, predispongano l’attivazione, tramite le tessere sanitarie, dell’acquisto dei prodotti senza glutine nelle farmacie e presso tutti gli esercizi commerciali. In più, l’acquisto tramite tessera sanitaria di prodotti senza glutine viene indistintamente consentito sull’intero territorio nazionale. Prevede altresì che i punti di ristoro dei luoghi pubblici e i distributori automatici di alimenti dell’intero territorio nazionale debbano offrire anche alimenti privi di glutine.
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