Salute 3 Febbraio 2023 11:40

“C’era una volta in Italia”, al cinema il film-denuncia contro i tagli alla sanità pubblica

La pellicola indipendente sostenuta da nomi come Roger Waters dei Pink Floyd, il regista Ken Loach e molti altri, accende il dibattito. Gli autori: «La privatizzazione degli asset pubblici scatenerà una guerra sociale»

“C’era una volta in Italia”, al cinema il film-denuncia contro i tagli alla sanità pubblica

È diventato un vero e proprio caso cinematografico “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando”, il film – documentario indipendente diretto dai registi Federico Greco e Mirko Melchiorre, che affronta il tema della crisi della sanità pubblica. La pellicola, dopo aver incassato il no dalla grande distribuzione e da molti festival di settore, si sta invece facendo largo nelle sale di tutta Italia, dove ad ogni proiezione registra il tutto esaurito e accende il dibattito.

La trama e i supporters d’eccezione

Siamo a Cariati, un piccolo paese in provincia di Reggio Calabria. Cariati, uno sperduto paesino della Calabria affacciato sullo Jonio. La sanità pubblica è ridotta al lumicino da decenni di tagli al bilancio e privatizzazioni. Con il Piano di rientro è stato chiuso anche l’ultimo ospedale della zona: uno dei 18 ospedali cancellati nel giro di una notte in tutta la Calabria. Un manipolo di ribelli di ogni età decide di protestare come nessuno ha mai osato fare, occupando l’ospedale con l’obiettivo di ottenerne la riapertura. Nel frattempo alcuni dei più importanti intellettuali, medici, esperti e attivisti italiani e internazionali ci svelano le vere responsabilità locali e globali dell’attacco alla salute pubblica, e sostengono la lotta di Cariati. Tanti i personaggi celebri che hanno sposato la causa, da Roger Waters dei Pink Floyd al regista Ken Loach, promuovendo il film e presenziando durante le programmazioni. Il film, come sottolineano gli stessi autori, è il seguito ideale di PIIGS, il loro fortunato documentario del 2017. Sanità Informazione ha raggiunto telefonicamente i registi per saperne di più. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Da dove nasce l’idea di realizzare questo film?

L’idea è nata nel pieno della seconda ondata della pandemia, a novembre 2020, da una riflessione su ciò che stava succedendo. Avevamo la netta sensazione che non fosse stata la pandemia a dare una spallata alla sanità italiana, ma qualcos’altro, che poi ha lasciato campo libero alla pandemia a compiere il disastro che tutti sappiamo. In quel frangente il governo aveva dato mandato a Gino Strada di salvare la sanità calabrese, completamente disastrata. Gino Strada con Emergency andò a gestire le terapie sub-intensive dell’ospedale di Crotone, e siccome avevamo già lavorato con Emergency l’anno precedente, abbiamo chiesto di poterli seguire con le nostre telecamere per documentare il tutto. In quelle stesse settimane era cominciata l’occupazione dell’ospedale di Cariati, e visto che ci trovavamo a poca distanza, siamo andati a vedere cosa succedeva. Abbiamo capito subito che quella era una storia straordinaria da raccontare, che poteva rappresentare il pilastro narrativo ed emotivo di un film, la chiave giusta per far avvicinare il pubblico ad una tematica difficile. Li abbiamo seguiti per un anno e mezzo, tutto il tempo dell’occupazione.

La pellicola apre molti spunti di riflessione sulla questione delle privatizzazioni in generale.

È in atto un processo di distruzione dei più importanti asset pubblici, dalla sanità all’istruzione. Tutto ciò si collega strettamente all’ideologia neoliberista che oggi impera e che ha come obiettivo la deregolamentazione finanziaria, per aprire la strada alle speculazioni incidendo proprio sui settori pubblici, di cui la sanità è un esempio emblematico, perché è quello su cui le persone hanno maggiore propensione alla spesa. Questo processo è in atto da decenni, e ha portato all’eccidio di Giacarta del 1965 (da cui il sottotitolo del film) al golpe in Cile nel 1973. Ma sta arrivando anche in Europa, la nuova frontiera dagli infiniti profitti potenziali: l’Europa dal punto di vista del welfare è all’avanguardia rispetto al resto del mondo, la spesa pubblica per questi servizi è enorme, e privatizzandola i profitti sono giganteschi.

Come viene accolto il film in sala dal pubblico?

Nelle sale ci sono cittadini comuni, medici, infermieri, assessori ed esponenti delle istituzioni. Molti medici hanno avallato tutte le riforme di privatizzazione per motivi di interesse personale, ma ce ne sono tantissimi altri che hanno lottato e continuano a lottare, così come gli infermieri, che in questo momento rappresentano le vittime sacrificali del sistema. La privatizzazione della sanità pubblica, la chiusura dei Pronto Soccorso e degli ospedali, la carenza di personale, posti letto e apparecchiature, tutto questo sta creando un potenziale problema di sicurezza, cui non è possibile cercare di far fronte attraverso i turni massacranti del personale sanitario. È in atto una guerra orizzontale, in cui tutti siamo, contemporaneamente, vittime e carnefici.

 

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