Impiantato con un robot chirurgo, il chip punta a consentire a persone con paralisi cerebrale di controllare vari device col pensiero
Era il 19 settembre 2023 quando Neuralink, la compagnia dell’imprenditore Elon Musk che lavora a interfacce cervello-computer, informava di aver avviato il reclutamento di persone con Sla o paralisi, quadriplegia causata da una lesione del midollo spinale, per il primo trial clinico sull’uomo di un chip da impiantare nel cervello. Stanotte l’annuncio dello stesso magnate: “Il primo essere umano ha ricevuto un impianto ieri e si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali. Il primo prodotto di Neuralink si chiama ‘Telepathy’ – ha aggiunto Musk – Consente il controllo del proprio telefono o computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi, semplicemente col pensiero. Gli utenti iniziali saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti”.
Ma come funzionano quindi i chip di Neuralink e in cosa consiste lo studio in corso? L’azienda, parlando del trial, aveva spiegato di aver ricevuto l’approvazione di un comitato di revisione indipendente, e del primo sito ospedaliero coinvolto, per poter iniziare il reclutamento per il suo primo studio clinico sull’uomo, battezzato ‘Prime‘ (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface ). “Un innovativo studio sperimentale su dispositivi medici per la nostra interfaccia cervello-computer wireless completamente impiantabile”, lo aveva descritto. Obiettivo: valutare “sicurezza dell’impianto e del robot chirurgico” e “funzionalità iniziale dell’interfaccia, per consentire alle persone con paralisi di controllare i dispositivi esterni col pensiero”.
Musk, per rendere l’idea, anche stavolta torna a citare il celebre astrofisico Stephen Hawking, che era affetto da una malattia degenerativa del motoneurone, per spiegare il potenziale di questo strumento: “Immaginate se Hawking lo avesse avuto a disposizione”, è il messaggio. Avrebbe potuto “comunicare più velocemente di un dattilografo“. Ma il chip va impiantato e per questo Neuralink si affida a un robot chirurgico che ha la missione di posizionare i fili ultrasottili e flessibili dell’impianto in una regione del cervello che controlla l’intenzione del movimento. Una volta posizionato, il sistema, esteticamente invisibile – evidenzia l’azienda – è stato progettato per “registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un’App che decodifica l’intenzione del movimento.
L’obiettivo iniziale è garantire la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero”. Lo studio Prime viene condotto nell’ambito dell’esenzione per dispositivi sperimentali concessa dall’ente regolatorio statunitense Fda nel maggio del 2023 e, assicura Neuralink, “rappresenta un passo importante”. I candidati devono avere “almeno 22 anni d’età“. Tempi del trial? Vengono stimati “6 anni” per il completamento dello studio.
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