Salute 17 Novembre 2022 11:41

Change The Game, sostegno psicologico e legale per le ginnaste vittime di abusi in palestra

L’associazione costituita nel 2018 ha fatto parte del tavolo tecnico istituito dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri. Simonetti: «Episodi minimizzati e ignorati troppo a lungo, ora chiediamo una commissione d’inchiesta indipendente a supporto della verità e proponiamo un codice rosso per lo sport»

Change The Game, sostegno psicologico e legale per le ginnaste vittime di abusi in palestra

Si chiama Change The Game, ed è la prima associazione di volontari italiana costituita nel 2018, che sostiene le vittime di violenza emotiva, fisica e psicologica nel mondo dello sport. Fondata da Daniela Simonetti, giornalista e saggista e di Alessandra Marzari, medico e presidente dell’associazione Vero Volley, Change the Game alla luce dei recenti episodi di violenza denunciati da alcune ginnaste italiane propone la necessità di una maggiore tutela giuridica e psicologica per le vittime, che purtroppo sono in crescita. Un domino impazzito che oggi scuote il mondo della ginnastica, ma che in passato ha segnato altre discipline al punto che, secondo una indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno in Italia ci sono dai 70 agli 80 mila casi di maltrattamenti e abusi nello sport.

In Italia il CONI ha censito circa 100 casi dal 2014 al 2019

«In realtà sono dati sottostimati – puntualizza subito Daniela Simonetti, Presidente di Change the Game, della commissione minori della FIGC, che abbiamo raggiunto telefonicamente –. Se si considera il fenomeno del numero oscuro (su 100 reati solo 35 vengono denunciati), stiamo parlando solo della punta di un iceberg che ha una base sommersa molto più ampia». Un fenomeno che abbraccia diversi sport e che ha portato Daniela Simonetti e Change the Game a collaborare contro gli abusi anche con la FIFA. «Siamo vicini a questi giovani atleti, forniamo assistenza legale sia in sede sportiva che penale e una rete di psicologi con competenze sportive. Andiamo a colmare un vuoto, dando un impulso anche alle testimonianze per far capire alle vittime quanto sia importante parlare a sostegno della verità».

Un pool di psicologi e legali di Change The Game per colmare un vuoto

Omertà e solitudine sono purtroppo i primi tasselli del sistema da scardinare. «Non è facile, le persone sono molto intimorite perché il contesto sportivo è caratterizzato da un’autoreferenzialità che rende difficile fare delle libere scelte – sottolinea Daniela – la prospettiva è quella di doverne uscire. Quasi tutte le persone che denunciano si trovano poi a dover rinunciare allo sport che praticano perché l’atteggiamento dell’ambiente nei loro confronti cambia. Questo è inammissibile».

Tutte le testimonianze raccolte e pubblicate sul sito di Change The Game

Cercando di capire ciò che sta accadendo oggi nel mondo della ginnastica, la sensazione è proprio questa: da un lato si allunga l’elenco delle ginnaste che denunciano violenze fisiche e psicologiche in palestra – dopo la ritmica e l’aerobica, anche le atlete della ginnastica artistica hanno ammesso di essere state vittime di soprusi e angherie in palestra -. Dall’altra c’è chi cerca in ogni modo di ridimensionare l’accaduto. «Noi abbiamo raccolto tantissime testimonianze che stiamo pubblicando, per volontà delle stesse atlete. In questo modo possiamo far conoscere in maniera più diffusa la situazione generale che si è creata sia nella ginnastica ritmica che nell’artistica».

Una commissione d’inchiesta indipendente a supporto della verità

La vicenda delle ginnaste apre un fronte ampio perché, per la prima volta, le ragazze hanno avuto il coraggio di parlare e di dire la verità. «La loro voce è molto importante, può contagiare altri sport dove noi sappiamo esserci forme di abuso molto gravi e dove regna un clima di omertà che non fa bene allo sport. La denuncia avviene quando c’è un clima orientato all’ascolto e non intimidatorio e quindi noi aiutiamo a creare questo clima – rimarca la presidente di Change The Game –. Il lavoro è fatto in funzione di una sensibilizzazione dell’opinione pubblica per veicolare i temi e i messaggi in modo corretto. Da questo punto di vista merita un encomio il Dipartimento per lo Sport del governo italiano che ha creato un tavolo tecnico che ci vede protagonisti. Le proposte devono essere sensate, forti, robuste e attuabili, occorre capire bene cosa è successo. Per questo abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta indipendente. Se non si procederà in questo senso, la faremo in autonomia per capire cosa ha fatto impazzire il sistema per poi costruire una nuova modalità».

La proposta di un codice rosso per lo sport

Tra le iniziative portate avanti dall’associazione diretta da Daniela Simonetti, anche un codice rosso per lo sport. «Esiste un vuoto in questo ambito da colmare – spiega la Presidente di Change The Game – perché il codice della giustizia sportiva del CONI e i regolamenti di giustizia federali sono stati elaborati quando ancora mancavano sensibilità e attenzione verso i minori e le donne e in generale non tengono conto degli illeciti (reati) di violenza sessuale, di abuso e sfruttamento sessuale, di atti persecutori, di Revenge porn e in genere dei delitti contro la persona e la sfera sessuale. Illeciti che solitamente vengono perseguiti come violazione dei doveri di correttezza, lealtà e probità o, peggio ancora, come sola lesione del “decoro”. Per quanto riguarda la ginnastica qualcosa è stato fatto dalla Federazione, però ancora in modo molto generico, ad esempio nella formazione, dove non è specificato ad esempio il monte ore che devono avere i tecnici».

Tra i punti cardini su cui stanno lavorando legali e psicologi dell’associazione, la possibilità di inserire nei regolamenti di giustizia gli illeciti contro la persona e la sfera sessuale, la radiazione dell’incolpato in caso di violenza sessuale e atti sessuali con minori. Il diritto e la facoltà della vittima di poter partecipare al processo sportivo, un innalzamento del termine di prescrizione degli illeciti per almeno dieci stagioni sportive successive al fatto. Sanzioni disciplinari per chi viola i codici etici e di comportamento adottati dalle singole federazioni, costituzione di un pool di esperti a sostegno delle procure federali per le inchieste inerenti gli illeciti contro la sfera sessuale, oltre a percorsi di formazione obbligatori per gli organismi di giustizia sportiva sugli illeciti contro la sfera sessuale e obbligatorietà della pubblicazione integrale delle decisioni assunte dagli organi di giustizia. «La nostra posizione è molto chiara e netta – conclude Daniela – siamo contro ogni tipo di abuso e violenza all’interno del mondo sportivo, non importa se quella può essere la via delle medaglie. È tempo di cambiare e prendere un’altra strada e la nostra proposta vuole essere una spinta riformatrice».

 

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