Apuzzo (Sapienza): «Grande e piccola auto emo-infusione permettono di stimolare la produzione di anticorpi e mantenere alta l’ossigenazione del sangue»
Si chiama autoemoterapia ed è una tecnica che, attraverso l’ossigenazione del sangue e la produzione di citochine, consente di alzare le difese immunitarie. Per il professor Dario Apuzzo, docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia de La Sapienza di Roma e presidente di A.I.R.O (Accademia Internazionale di Ricerca in Ossigeno Ozono terapia) questa tecnica aiuterebbe, dunque, anche a difendersi dal Covid.
«Ci sono due modalità di somministrazione: la grande e la piccola auto emo-infusione – spiega Apuzzo –. La differenza sta nella quantità di sangue estratto e trattato con ossigeno ed ozono e la modalità di infusione. Nel caso della grande emo-infusione viene estratta una quantità di sangue pari a 150 – 200 ml, trattata con l’ozono e l’ossigeno e reinfusa con una normale flebo».
«La piccola emo-infusione, come dice il nome, prevede il prelievo di una piccola quantità di sangue, 10cc, che viene ozonizzato e reinfuso non più in endovena, ma intramuscolo. È interessante osservare che non si formano ematomi perché il sangue viene assorbito regolarmente senza lasciare traumi, proprio perché ossigenato, ovvero reso più fluido e dunque più facilmente assimilabile. Questo tipo di trattamento va a stimolare le citochine da parte dei linfociti, delle cellule bianche del sangue (monociti e macrofagi) che contribuiscono a stimolare la produzione di anticorpi, e di conseguenza ad aumentare le difese immunitarie».
«Una seduta la settimana per due mesi e mezzo è sufficiente ad alzare le difese immunitarie – puntualizza il presidente di A.I.R.O. –. Allo stesso modo per la grande auto emo-infusione si prevede un ciclo di un trattamento la settimana per due mesi e poi si può fare qualche richiamo a distanza di quindici giorni o di un mese per mantenere alta l’ossigenazione del sangue. Il dato significativo è che il sangue, dopo il trattamento, acquisisce una colorazione rosso vivo e permane ossigenato a lungo».
Una tecnica utilizzata già in passato dai medici condotti per alzare le difese immunitarie dei proprio pazienti. Oggi, grazie all’apporto dell’ozono e dell’ossigeno, funziona anche come antiossidante ad un costo che varia da 80 a 150 euro a seduta senza effetti collaterali. «Per la piccola auto emo non esistono controindicazioni, mentre la grande auto emo è meglio non effettuarla durante la gravidanza, nei pazienti con ipotiroidismo (perché potrebbe stimolare eccessivamente l’organismo) e in caso di favismo, deficit enzimatico a livello del sangue che provoca crisi emolitiche. Per gli anziani che invece hanno abusato di farmaci è un grande toccasana perché purifica l’organismo, aumenta l’energia e porta ossigenazione a livello celebrale. Ha poi un effetto antiossidante ed infatti molti scelgono questa via per rallentare gli effetti del decorso del tempo».
Per il Professor Apuzzo, è molto utile nella battaglia contro il Covid: «È indicato nella fase pre-Covid per alzare le difese immunitarie, durante la fase critica è utile perché ha proprietà antivirali e antibatteriche. Tende ad inattivare il virus perché, modificando il capside, impedisce l’attacco alle cellule bersaglio.Inoltre stimola le cellule a produrre enzimi antivirali che vanno ad attaccare il virus e ha una funzione fluidificante del sangue. Infine, nel post-Covid, può agire sulla sindrome da affaticamento che è frequente in chi ha avuto la malattia».
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