Le Regioni hanno restituito 2,6 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca al Commissariato di Figliuolo per non farle scadere. Che fine faranno e cosa è successo negli altri Paesi
Senza dubbio il più discusso dei vaccini anti-Covid, ad oggi consigliato solo per over 60 secondo disposizione dell’11 giugno, il prodotto AstraZeneca sembra essere uscito dalle scene in Italia.
Durante l’estate il vaccino Vaxzevria è stato usato quasi essenzialmente per le seconde dosi e il numero di somministrazioni è sceso vertiginosamente. Dalle 60mila dosi giornaliere effettuate a maggio alle 200 di agosto il salto è grande. Negli ultimi mesi i vaccinati con AstraZeneca sono stati poco meno di 12mila. Per fare una proporzione comprensibile: sono 12,1 milioni le persone vaccinate con il preparato anti-Covid di Oxford, 15 milioni quelle con Moderna e 71 milioni quelli con Pfizer.
Le principali ragioni di questa situazione sono due. La prima è l’invito palese delle autorità sanitarie e dell’unità di Figliuolo a concentrarsi sui vaccini ad mRna rispetto a quelli a vettore virale per la loro maggiore efficienza e per l’inferiore numero di effetti collaterali gravi. La seconda è la storia travagliata del vaccino AstraZeneca, con le sospensioni iniziali di lotti (poi trovati perfettamente adatti), casi di morti sospette e più mutamenti nelle decisioni istituzionali sul suo utilizzo. A cui si può aggiungere la vasta disponibilità di dosi di questo periodo storico, ben diversa da quella che abbiamo affrontato a inizio anno quando ogni vaccino contava.
Quel che al momento preoccupa sono le 2,6 milioni di dosi AstraZeneca restituite dalle Regioni italiane al Commissariato amministrato dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Dopo aver effettuato i richiami, infatti, le amministrazioni regionali hanno inviato indietro Vaxzevria senza chiederne ulteriori forniture. Ma quelle dosi restituite devono essere utilizzate o rischiano di scadere.
Una soluzione ci sarebbe, anzi c’è. Donare le dosi italiane, insieme a quelle europee, ai Paesi in difficoltà. L’Unione europea in totale conserva 200 milioni di dosi non utilizzate. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha assicurato che 15 milioni di dosi verranno donate entro il 2021. Sempre secondo Di Maio, 8,9 milioni sono pronte per essere spedite. Senza dimenticare l’impegno preso dal nostro paese con COVAX grazie al quale già 1,4 milioni di AstraZeneca sono arrivate in Tunisia ad agosto.
Da evitare, anche per un numero ristretto di dosi, quel che è accaduto nei Paesi Bassi, dove i vaccini avanzati sono stati distrutti perché scaduti. Azioni che non possiamo permetterci, come ha ribadito con forza il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus all’apertura del World Health Summit. «Abbiamo le armi per mettere fine a questa pandemia: i vaccini, ma se non li usiamo saggiamente ed equamente non ne usciremo mai», ha detto senza possibilità di replica.
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