Salute 22 Gennaio 2019 18:28

Chirurghi ‘in estinzione’, l’oncologo Giuseppe Petrella: «Arginare fuga di cervelli o salute a rischio. Aderisco all’idea del Tribunale della Salute»

Il docente di Chirurgia Generale presso l’Università Tor Vergata di Roma chiede alle istituzioni di lavorare a una legge che possa tornare a rendere attraente la figura professionale del chirurgo. «Nel 2025 ci saranno 1500 professionisti in meno, istituzioni facciano qualcosa»

Chirurghi ‘in estinzione’, l’oncologo Giuseppe Petrella: «Arginare fuga di cervelli o salute a rischio. Aderisco all’idea del Tribunale della Salute»

Il problema della carenza dei medici nei prossimi anni è un tema su cui da tempo associazioni, sindacati e professionisti stanno ponendo l’accento. C’è però una particolare categoria di medico, il chirurgo, che negli anni sta registrando una emorragia senza fine. Colpa dei turni massacranti, degli stipendi non all’altezza, dei contenziosi con i pazienti, sempre più frequenti. L’argomento è stato al centro del convegno “Diventare chirurgo generale oggi: una scelta difficile” alla Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, che ha visto la presenza di autorevoli esponenti del mondo medico e della maggioranza di governo, come Pierpaolo Sileri, Presidente Commissione Sanità del Senato, Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento Europeo, e Lorenzo Fioramonti, viceministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tra i promotori Giuseppe Petrella, oncologo e docente di Chirurgia Generale presso l’Università Tor Vergata di Roma, che ha voluto anche sottolineare il problema dei tanti camici bianchi che scelgono di andare all’estero: «La maggior parte dei chirurghi che noi formiamo e che lo Stato italiano paga – sottolinea Petrella a Sanità Informazione – costa oltre 300mila euro e poi va all’estero. Noi regaliamo ai paesi esteri un capitale di conoscenza su cui abbiamo investito. Questa è una problematica molto importante che dovremo analizzare».

A pesare il blocco del turnover e problemi che rendono questa professione in Italia sempre meno attraente, come le molte denunce di cui sono vittime: sei chirurghi dieci nel corso della loro vita andranno incontro a un procedimento giudiziario e le pubblicità che incitano a denunciarli veicolano un messaggio pericoloso. Petrella è stato uno dei primi firmatari della petizione “Basta odio contro i medici” lanciata dal network legale Consulcesi per l’istituzione di una camera di compensazione che possa far diminuire il contenzioso medici-pazienti.

LEGGI ANCHE: TRA LE 100 ECCELLENZE ITALIANE C’È… UN 18ENNE. INTERVISTA ALLO STUDENTE CHE STA RIVOLUZIONANDO LA CARDIOCHIRURGIA

Professor Petrella, il tema del convegno è la chirurgia e la scelta da parte degli specializzandi della specializzazione chirurgica che purtroppo è una scelta che si fa sempre di meno. Quali sono i motivi alla base di questo e cosa si può fare?

«Ci sono delle problematiche estremamente importanti. Una di queste è il contenzioso giudiziario che purtroppo impedisce a molti chirurghi di effettuare degli interventi difficili. Ogni chirurgo si chiede: mi conviene farlo? E se prendo una denuncia? Oppure mi conviene non farlo? Poi c’è indubbiamente il problema dell’occupazione perché oggi trovare un posto nel Sistema sanitario nazionale è estremamente difficile. D’altra parte c’è la fuga dei cervelli perché la maggior parte dei chirurghi che noi formiamo e che lo Stato italiano paga costa oltre 300mila euro e poi va all’estero. Noi regaliamo ai paesi esteri un capitale di conoscenza su cui abbiamo investito. Perché qui si guadagna poco e gli specializzandi preferiscono andare fuori. Questa è una problematica molto importante che dovremo analizzare. Questo è il tema del convegno: abbiamo chiamato le autorità istituzionali che oggi governano il nostro Paese, il presidente della Commissione Sanità Pierpaolo Sileri, il viceministro Lorenzo Fioramonti, il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo castaldo proprio perché insieme a loro vorremmo aprire un tavolo di discussione che ci consenta poi di poter fare qualcosa a livello legislativo che possa far superare queste emergenze. È stato calcolato che nei prossimi anni, nel 2025, per noi è domani, ci saranno 1500 chirurghi in meno e, tra tutti gli specialisti, mancheranno 10mila camici bianchi. Io penso che un governo si dovrebbe interessare di queste cose per la salute dei cittadini».

A proposito del tema dei risarcimenti, c’è una petizione online che ha raccolto migliaia di adesioni per creare una camera di compensazione che serve a ridurre quel contenzioso che poi spesso si conclude in un nulla di fatto ma che costringe i medici alla medicina difensiva. Cosa ne pensa?

«Io sono stato uno dei primi firmatari di questa petizione che ha fatto la Consulcesi. Ci avrebbero dovuto pensare i chirurghi, fortunatamente ci ha pensato qualcun altro. Indubbiamente con questo sistema il chirurgo viene solamente schiacciato. Io penso che invece ci sia bisogno di una camera di compensazione e ci auguriamo di poter ottenere un disegno di legge che porti a questo».

Articoli correlati
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
«Diritto alle cure a rischio senza personale», le richieste dei medici in piazza a Roma. E Schillaci convoca i sindacati
A Roma significativa adesione per la manifestazione dell’intersindacale medica convocata per denunciare le sempre più difficili condizioni di lavoro dei camici bianchi stretti tra turni massacranti e stipendi tra i più bassi d’Europa. Ben 8mila camici bianchi hanno lasciato il SSN tra il 2019 e il 2021
Bonus 200 euro a specializzandi, è boom di richieste all’Enpam dopo il no dell’Inps
Oliveti: «Ci adopereremo per migliorare inquadramento previdenziale degli specializzandi»
Agenas: in Italia infermieri e medici di base insufficienti
Nel rapporto di Agenas emergono le difficoltà del sistema tra i tagli imposti dal 2007 fino all'aumento delle risorse degli ultimi anni. L’Italia è al quart’ultimo posto tra i paesi OCSE per il numero di posti a disposizione negli atenei per la laurea in Infermieristica. Hanno un numero di posti più basso solo Messico, Colombia e Lussemburgo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...