Primo centro pubblico in Lombardia ad effettuare questo tipo di intervento con una nuova piattaforma innovativa in grado di risolvere il problema dell’obesità in pazienti con sindrome dismetabolica
Sono 25mila gli interventi di chirurgia bariatrica effettuati ogni anno in Italia per avere ragione di uno stato di obesità persistente. Diverse le tecniche disponibili in laparoscopia (ovvero attraverso piccole incisioni): restrittivi con bendaggio gastrico, misti con bypass gastrico, e malassorbitivi con diversione pancreatica e mini-bypass gastrico. Per la prima volta, però, in Lombardia una struttura pubblica è in grado di garantire un percorso di chirurgia e cura con una tecnica trans-orale detta Endosleeve. A realizzarla è l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano sotto la guida del professor Pietro Paolo Bianchi.
POSE, acronimo di Primary Obesity Surgery Endoluminal, è una piattaforma innovativa, unico modello certificato CE sul mercato, attraverso cui effettuare una gastroplastica endoscopica tramite plicatura gastrica e produrre un effetto di restrizione dello stomaco. «Si tratta di una opzione terapeutica mininvasiva, sicura, efficace che integra e completa la chirurgia bariatrica – spiega il professor Paolo Pietro Bianchi, Direttore del Dipartimento Chirurgico -. In alcuni casi può essere una alternativa in quei pazienti non candidabili all’approccio chirurgico o che rifiutano un intervento tradizionale».
L’endoscopia chirurgica “metabolica” ha effetto non solo nella riduzione del peso corporeo ma anche nel trattamento delle comorbidità associate. I primi interventi realizzati all’ASST Santi Paolo e Carlo sono stati eseguiti dal dottor Luca De Luca, Direttore della Struttura di Gastroenterologia ed Endoscopia con la supervisione del professor Milutin Bulajic dell’Ospedale Fatebenefratelli- Gemelli Isola Tiburtina, tra i massimi esperti a livello internazionale di endoscopia bariatrica. «È un approccio ad azione restrittiva e funzionale con una conservazione d’organo attraverso una plicatura a tutto spessore dello stomaco, riducendone dimensioni e volume, permettendo quindi di avvertire precocemente il senso di sazietà e rallentando lo svuotamento gastrico – puntualizza De Luca – . Questa tecnica ha anche un importante impatto sulla funzione metabolica, determinandone una riduzione dei livelli di ormoni implicati nella regolazione dell’appetito».
I pazienti candidati alla procedura endoscopica devono avere un indice di massa corporea BMI tra 30 e 40 e una età o comorbidità tali da impedire l’approccio a procedure chirurgiche. O ancora essere pazienti con BMI maggiore di 40 e impiegare questa tecnica come ponte alla chirurgia. «La chirurgia bariatrica oggi rappresenta la soluzione ottimale per il trattamento dell’obesità quando sono falliti gli approcci più conservativi come dieta, esercizio fisico e terapie comportamentali – aggiunge Enrico De Nicola, Responsabile dell’ambulatorio di Chirurgia Bariatrica dell’ASST Santi Paolo e Carlo -. È evidente che un paziente per sottoporsi ad un percorso tanto lungo deve avere una adeguata consapevolezza e motivazione. In particolare, è la fase post-operatoria che richiede attenzione nell’aderenza ai regimi alimentari e al follow up a lungo termine».
I primi due pazienti trattati con la nuova tecnica mininvasiva sono un uomo e una donna di 42 e 43 anni con sindrome dismetabolica e una precedente terapia fallita con palloncino gastrico. In entrambi i casi è stato fatto l’intervento di gastroplastica verticale endoscopica presso la struttura di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva in collaborazione con la struttura di Chirurgia generale e Bariatrica. Due interventi realizzati in anestesia generale della durata di 45 minuti hanno consentito ai pazienti di alzarsi e bere già dopo poche ore dall’intervento con la possibilità di fare ritorno a casa dopo due notti di degenza.
L’obesità oggi interessa il 59% degli adulti europei e il 46% degli italiani, ovvero oltre 23 milioni di persone, mentre rappresenta una emergenza anche per due milioni di bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni. Si tratta dunque di una malattia che genera grande invalidità e spesso è associata ad altre patologie come diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche. Secondo le stime dell’OMS e dell’Italian Barometer Obesity Report sovrappeso e obesità causano più di un milione di decessi l’anno e rappresentano dunque una delle principali cause di morte e disabilità in Europa. I risultati ottenuti all’ASST Santi Paolo e Carlo e la possibilità di fare l’intervento mininvasivo con il Sistema Sanitario Nazionale può essere dunque uno stimolo per molti pazienti che oggi non riconoscono il problema.
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