Creata da medici e fisici dell’Università Statale di Milano, la nuova tecnologia digitale permetterà la realizzazione di modelli di organi dei pazienti per una medicina sempre più personalizzata
L’incontro di un medico, Gian Vincenzo Zuccotti, Pro-Rettore dell’Università Statale di Milano e Preside della facoltà di medicina e chirurgia; e di un fisico, Paolo Milani, Professore Ordinario di Struttura della materia e direttore del centro Interdisciplinare Materiali e Interfacce Nanostrutturati, ha dato vita ad un progetto di tecnologia digitale in grado di rilevare il bisogno dei chirurghi di programmare al meglio gli interventi; e degli specializzandi di fare training. Si chiama Huvant, è una start up, spin off dell’Università Statale di Milano, che va ad affiancare Printmed-3D, il progetto di ricerca scientifica e tecnologica multidisciplinare finanziato da Regione Lombardia nell’ambito della Call Hub Ricerca e Innovazione (POR-FESR 2014-2020) che da alcuni anni crea soluzioni per la medicina personalizzata e per la formazione avanzata in ambito medico e chirurgico.
Dal connubio tra tecnologia digitale e medicina, gli scienziati dell’Università Statale hanno realizzato degli organi che sono la riproduzione fedele di quelli del paziente, anche nelle malattie. «Abbiamo messo a disposizione la nostra capacità di creare e manipolare materiali polimerici. Così da riprodurre l’organo di interesse, partendo dai dati del paziente (TAC e risonanza magnetica)- racconta a Sanità Informazione Paolo Milani, fisico della materia -. Questo permetterà di avere una medicina sempre più personalizzata, grazie a veri e propri avatar, non solo da un punto di vista anatomico, ed elettronico, ma anche funzionale». L’intento però non è di produrre organi in grado di sostituire quelli malati, bensì di migliorare con tecnologie digitali la chirurgia e la formazione degli specializzandi.
A beneficiare per primo di questa grande innovazione tecnologica che sarà in grado di cambiare la sanità italiana in futuro è l’ASST Fatebenefratelli Sacco che ha firmato con il centro PRINTMED-3D una convenzione. È la prima in Italia e garantirà ai chirurghi che ne faranno richiesta, di ottenere modelli di organi da operare. «In particolare, questa tecnologia digitale trova applicazione nella chirurgia ricostruttiva – spiega il fisico – ed è utilizzata per i pazienti molto piccoli con difetti congeniti da correggere. In pratica noi mettiamo a disposizione dei chirurghi e delle loro équipe i modelli degli organi su cui loro si esercitano prima di affrontare l’intervento. Non solo, in sala operatoria facciamo da supporto ai chirurghi per gestire tutta la realtà virtuale».
L’altro grande ambito di intervento riguarda la formazione sul campo degli specializzandi, da sempre anello debole del sistema. «Con la nostra offerta didattica gli specializzandi possono fare tutte le prove necessarie per essere pronti ad affrontare in sala operatoria un vero e proprio intervento chirurgico o un esame complesso – fa notare Milani – . Con i nostri prototipi potranno esercitarsi finché non saranno preparati ad eseguire l’esame in modo corretto». All’Istituto neurologico Carlo Besta, PRINTMED-3D ha fornito i modelli per far esercitare gli specializzandi nella rimozione di meningioma e glioma del cervello. È stata ricostruita la teca cranica, il cervello e la lesione sulla quale i futuri chirurghi hanno potuto esercitarsi. «Nel campo della simulazione c’è una grande richiesta a livello mondiale – sottolinea il fisico – . In Italia siamo gli unici a fare questo tipo di formazione e tra i pochi ad avere una tecnologia così avanzata da garantire una riproduzione fedele degli organi».
A beneficiare di queste nuove tecnologie saranno i chirurghi di oggi e soprattutto di domani, ma anche i pazienti. Infatti, le ore di training nelle sale operatorie saranno sostituite da una formazione su organi avatar. «Questo permetterà di avere un maggior numero di chirurghi preparati con conseguente riduzione delle liste d’attesa» analizza il fisico. Mentre i pazienti diventeranno soggetti attivi nella fase di preparazione dell’intervento. «Con queste tecnologie sarà possibile mostrare al paziente il suo organo, spiegare la procedura di intervento e gli obiettivi da raggiungere – evidenzia -. Così potrà affrontare l’intervento con maggiore consapevolezza».
L’obiettivo dei ricercatori, impegnati nel centro PRINTMED-3D e nella startup HUVANT, è rendere in futuro, neppure troppo lontano, la chirurgia più efficiente. «La preparazione pre-chirurgica permetterà di abbassare i rischi dell’intervento e migliorare la qualità della vita dei pazienti», conclude Milani.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato