Lo specialista: «Mastoplastica additiva, blefaroplastica e liposuzione le operazioni più richieste. Prese tutte le precauzioni per andare in sala operatoria in sicurezza»
Il Covid non ha fermato la chirurgia estetica. Nei mesi dopo il primo lockdown si è stimato un aumento del 30% di richieste. La conferma della tendenza positiva è arrivata dal dottor Ludovico Palla, specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica che dopo tante consulenze a distanza ha ripreso ad operare a Roma e Milano. «Questo periodo di lockdown ha fatto in modo che le persone si interessassero maggiormente alla nostra disciplina – motiva lo specialista che ha fatto parte della Breast Unit del Policlinico Tor Vergata di Roma –. Hanno avuto un periodo abbastanza lungo per riflettere sulla propria fisicità e questo ha incentivato molte persone, nella maggioranza donne, a sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica».
Lavoro a distanza e più tempo da dedicare alla cura del proprio corpo sono le principali motivazioni di un incremento in particolare di interventi di mastoplastica additiva, blefaroplastica e liposuzione che nella seconda ondata di pandemia non si sono fermati.
«In questo momento storico abbiamo delle regole a cui dobbiamo attenerci, differenti per ogni regione. E questo per la verità è un limite per chi, come me, opera su più territori. Dal mio punto di vista, infatti, dovrebbe esserci una maggiore uniformità con direttive precise dall’alto. In ogni caso i pazienti che devono essere operati necessitano di tampone molecolare che non deve avere più di 48 ore, mentre tutta l’equipe fa uno screening continuo in modo tale da avere la massima tranquillità, per quanto possibile. D’altra parte, non si può fermare il lavoro completamente; occorre evitare interventi lunghi, doppi o che possono tenere il paziente troppe ore in sala operatoria. Quindi interventi di chirurgia estetica sì, ma selezionati».
Per far fronte alla crescente domanda post lockdown, la Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva, rigenerativa ed estetica (Sicpre) ha redatto anche un vademecum per visite, trattamenti e interventi. Nel caso di pazienti reduci da Covid le regole sono ancora più stringenti. «Negli ultimi due mesi devono avere almeno tre tamponi negativi – precisa Palla -, viene fatto un RX del torace per capire se ci sono stigmate della malattia e viene fatta una valutazione anestesiologica su ogni singolo paziente. Mentre all’inizio non c’erano mascherine, protezioni e c’era molta confusione, ora sappiamo come muoverci e questo è molto importante».
A beneficiare di un comparto che non si è fermato in questa seconda fase, sono soprattutto le donne reduci da mastectomia per tumore mammario. «In quel caso il ruolo del chirurgo estetico è fondamentale per la donna che si trova ad affrontare un intervento invasivo per un carcinoma mammario – conclude lo specialista -. Uscire dalla sala operatoria con un seno ricostruito è un fattore determinante per la ripresa della donna da un punto di vista fisico ed emotivo, da non trascurare assolutamente».
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