Salute 23 Gennaio 2025 12:32

Chirurgia, la ‘preabilitazione’ ne migliora gli esiti. Lo studio

La ‘preabilitazione’ è una preparazione rivolta ai pazienti che devono affrontare un intervento chirurgico: si va dall'intensificazione, laddove possibile, dell’attività fisica, fino alla correzione delle carenze nutrizionali a tavola, rinunciando a stili di vita sbagliati come fumo e alcol
di I.F.
Chirurgia, la ‘preabilitazione’ ne migliora gli esiti. Lo studio

Si chiama ‘preabilitazione’ ed una preparazione rivolta ai pazienti che devono affrontare un intervento chirurgico. Si va dall’intensificazione, laddove possibile, dell’attività fisica, fino alla correzione delle carenze nutrizionali a tavola, rinunciando a stili di vita sbagliati come fumo e alcol. In altre parole, lo scopo è quello di trasformare il tempo che separa da un’operazione chirurgica da una semplice attesa a un’opportunità per aumentare le capacità dell’organismo di far fronte all’intervento. La ‘preabilitazione’, un complesso di interventi che comincia ad  essere offerto in alcuni ospedali, è al centro di uno studio pubblicato British Medical Journal che ne conferma l’efficacia: riduce infatti i rischi di complicanze e la durata del ricovero di chi si sottopone a un intervento chirurgico. La ricerca ha preso in considerazione 186 sperimentazioni  sulla preabilitazione che avevano coinvolto complessivamente oltre 15 mila pazienti.

L’obiettivo della preabilitazione

“Preabilitazione significa preparare attivamente i pazienti all’intervento chirurgico tramite esercizio, potenziamento nutrizionale, supporto psicologico, allenamento cognitivo o una combinazione di questi componenti”, spiegano i ricercatori delle università di Ottawa e Toronto, in Canada, che hanno condotto lo studio. Il suo obiettivo è “aiutare i pazienti a migliorare la loro riserva fisica, fisiologica, psicologica o cognitiva prima dell’intervento chirurgico”. L’esercizio combinato di attività fisica, nutrizione e preabilitazione psicosociale hanno mostrato di avere maggiore probabilità di migliorare la qualità della vita del paziente ed anche il recupero fisico.

Complicanze post operatorie dimezzate

I risultati hanno confermato l’efficacia di questa pratica: a seconda del tipo di intervento, nei pazienti si è osservata una riduzione fino al 50% delle complicanze, un ricovero fino a 2,44 giorni più breve, un miglioramento della qualità di vita dopo l’intervento e un recupero più veloce. Gli interventi che si sono dimostrati più efficaci sono stati l’attività fisica e la correzione dell’alimentazione. Prima di dare il via libera a questa pratica, però, sottolineano i ricercatori, sono necessari ulteriori studi, più solidi e in grado di identificare quali sono le persone che ne traggono maggiori benefici.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornati

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Nutri e Previeni

World Obesity Day, l’appello alle Istituzioni: “Inserire l’obesità nei Lea e tra le patologie croniche”

Dalle organizzazioni italiane aderenti e partner della World Obesity Federation una lettera aperta rivolta alle Istituzioni. L’onorevole Pella: “Ad aprile l’approvazione della Legge ...
Nutri e Previeni

Giornata Mondiale Obesità: in Italia 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale

In Italia 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale: 3 in sovrappeso e 1 obeso. Sono i dati del sistema di sorveglianza Passi dell'Istituto superiore di sanità per il biennio 2022-2023, diffusi ...
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Legge 62: “Da settembre 2025 sperimentazione estesa ad altre 10 province”

Il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli: “Il cambiamento è iniziato e indietro non si torna”
Sanità

Farmacia dei servizi. Cossolo (Federfarma): “In due anni, con nuova convenzione, sarà realtà in ogni parte d’Italia”

All’evento “We Health”, promosso da Homnya in collaborazione con Federfarma, il bilancio degli anni di sperimentazione dei nuovi servizi
Nutri e Previeni

Giornata dei legumi, Iss: “Meno della metà degli italiani ne mangia a sufficienza”

Lo dimostra il progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) 'ARIANNA-Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia', condotto su un campione totale di 3.732 persone