Presentato oggi al Policlinico Umberto I di Roma il robot Da Vinci, strumento avanzato nell’ambito della chirurgia mininvasiva, già attivo da qualche mese con 120 interventi di chirurgia urologica già eseguiti, finanziato dalla Fondazione Roma
Il Robot Da Vinci sbarca al Policlinico Umberto I di Roma. «Una tappa fondamentale per il Policlinico – dichiara il Magnifico Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio durante la cerimonia di presentazione – sia per una migliore cura dei pazienti ma anche per la formazione e la specializzazione dei nostri medici specialisti chirurghi. È importante che i nostri studenti abbiano un centro di chirurgia robotica all’avanguardia per affrontare le sfide che il futuro ci propone».
Più di 5mila le piattaforme Da Vinci presenti nel mondo di cui più di 800 le installazioni in Europa, con 114 sistemi da Vinci in Italia, dove gli interventi effettuati nel 2018 hanno superato quota 20mila, con un incremento percentuale del 18% rispetto al 2017.
Il robot Da Vinci consente trattamenti chirurgici avanzati che rientrano negli standard di cura con il raggiungimento di risultati equivalenti o superiori a quelli ottenibili con la chirurgia tradizionale.
Il chirurgo gestisce il sistema attraverso una consolle computerizzata posta all’interno della sala operatoria e il sistema trasferisce il movimento delle sue mani a strumenti miniaturizzati con una più facile articolazione e rotazione degli strumenti. Tali benefici si avvertono soprattutto negli interventi più complessi in zone di difficile approccio. La visione tridimensionale full HD, con ingrandimento fino a 10 volte, assicura una grande chiarezza e precisione dei dettagli anatomici.
I campi di applicazione sono molteplici: dalla chirurgia digestiva, epato-biliare, endocrina, toracica e ORL. La posizione preminente è rappresentata dalla chirurgia urologica e della pelvi, dove viene considerata in tutto il mondo gold standard.
Numerosi sono vantaggi rispetto alla chirurgia open, alla chirurgia laparoscopica tradizionale o alla più avanzata laparoscopica teleassistita, sia dal punto di vista degli operatori che dei pazienti. Tra questi: la radicalità oncologica, ovvero la possibilità di asportare completamente la massa tumorale, un più facile accesso alle anatomie difficoltose, eccellente visualizzazione dei reperi anatomici, visualizzazione dettagliata dei piani di clivaggio, maggiore precisione nella procedura demolitiva e della possibilità ricostruttiva, accuratezza del movimento chirurgico ed eliminazione del tremore fisiologico, minor tempo operatorio rispetto alla laparoscopia.
Dal punto di vista del paziente, poi, si possono aggiungere i vantaggi legati al minore dolore post-operatorio e della necessità di trasfusioni nonché dei tempi di ospedalizzazione. A questi, si aggiungono i migliori risultati estetici e una più veloce ripresa della normale attività.