«Sono state analizzate due sostanze potenzialmente dannose: le ammine aromatiche primarie, alcune delle quali con proprietà cancerogene, e diversi foto iniziatori». Parla la tecnologa alimentare Emanuela Bianchi
«Alcuni cibi confezionati in carta e cartone potrebbero essere contaminati dall’inchiostro presente sugli stessi involucri, con potenziali rischi per la nostra salute». È Emanuela Bianchi, tecnologa alimentare di Altroconsumo, a lanciare l’allarme, a seguito di un’analisi recentemente condotta dalla stessa Associazione italiana. Altroconsumo ha lavorato in sinergia con associazioni di consumatori di Danimarca, Norvegia e Spagna. Tra i campioni di imballaggi in carta e cartone analizzati circa il 40% sono risultati a rischio.
«Per ogni confezione presa in esame – continua Bianchi – sono state analizzate solo due tipologie di sostanze potenzialmente dannose per la nostra salute presenti negli inchiostri: le ammine aromatiche primarie – alcune delle quali note o sospettate di avere proprietà cancerogene e mutagene per l’uomo – e diversi foto iniziatori, ovvero sostanze usate per dare brillantezza ai colori, su alcuni dei quali pende il dubbio che siano cancerogeni o perturbatori del sistema ormonale». Si tratta di elementi finiti sotto i riflettori già in passato, la cui presenza era stata rilevata nel latte per l’infanzia ed in alcune confenzioni di cereali.
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«Trovare un punto di partenza è stato necessario – sottolinea la tecnologa alimentare – se si considera che le sostanze utilizzate per comporre gli inchiostri presenti sugli imballaggi di carta e cartone sono circa 5mila, il 90% delle quali mai valutate dal punto di vista della sicurezza. Del restante 10% fanno parte quelle sostanze già utilizzate per gli imaballaggi in plastica e, dunque, sicuri per la salute perché regolamentate da una legge europea».
Per evidenziare la presenza di eventuali fotoiniziatori sono state analizzate le confezioni in cartone di pasta, riso ed alcuni prodotti surgelati. Le ammine aromatiche primarie sono state invece ricercate in prodotti monouso, sempre di carta e cartone, come piatti, bicchieri e cannucce, la cui diffusione è in aumento in previsione della sparizione della palstica monouso prevista per i prossimi anni.
Per fare le valutazioni, in assenza di una norma specifica sugli inchiostri, gli esperti si sono affidati a due punti di riferimento legislativi e scientifici: la legislazione svizzera che regolamenta l’uso degli inchiostri da utilizzare sugli imballaggi alimentari e il parere dell’ente governativo tedesco di valutazione dei rischi alimentari (Bfr) per quanto riguarda la possibile migrazione delle ammine aromatiche primarie da articoli in carta stampata.
Tre le principali fasi dello studio: «Innanzitutto – dice Bianchi – sono stati ricercati e quantificati questi composti negli imballaggi. Poi è stata simulata una possibile migrazione secondo il principio del “peggior caso possibile”, una tecnica usata in laboratorio per stabilire l’entità teorica del rischio. Infine, per i campioni confezionati che sono risultati positivi sono stati eseguiti test sul cibo contenuto o su apposite sostanze “simulanti” nel caso dei monouso. Tra le sostanze individuate sono state trovate anche alcune delle ammine classificate come potenzialemte cancerogene. Tra quelle migrate negli alimenti è stato rilevato, invece, individuato il benzofenone, classificato come interferente endocrino».
Una buona notizia c’è: nessuno dei prodotti in cui sono state trovate sostanze nocive rientra tra la gamma di quelli italiani analizzati. Attenzione solo al cibo preparato in casa: «L’unico prodotto made in Italy risultato potenzialmente dannoso per la salute, tra quelli analizzati – sottolinea Bianchi – sono gli stampi di carta utilizzati per la preparazione dei muffin, in cui sono state rilevate le ammine aromatiche. Ovviamente è la somma di assunzione a lungo termine che può avere delle conseguenze per la salute – aggiunge l’esperta -. Il livello di rischio si calcola anche in base al peso corporeo, pertanto risulterà maggiore per i bambini».
I risultati complessivi dell’indagine segnalano, dunque, l’urgenza di legge europea in materia di imballaggi stampati che tuteli maggiormente i consumatori. «In Italia – conclude Bianchi – esiste già una norma specifica sulla carta e cartone alimentare ma non c’è ancora nulla che riguardi gli inchiostri della stampa».