Sono più di 11mila le circoncisioni fatte da residenti in Italia o senza permesso di soggiorno, di cui 5mila in Italia e 6mila nei paesi di origine. Il presidente dell’Associazione Medici di Origine straniera in Italia: «Bisogna inserirla nei LEA se possibile, altrimenti occorre trovare una soluzione ad hoc per eliminare la responsabilità medico legale di pediatri e anestesisti perché in quella rituale il chirurgo pediatra non accetta di addormentare il bambino sotto i quattro anni»
Dopo l’ennesimo caso di un neonato morto per una circoncisione clandestina, questa volta a Genova, torna d’attualità l’appello di Foad Aodi, fondatore Amsi e Co-Mai e Consigliere OMCEO di Roma.
«Ringrazio il ministro della Salute Giulia Grillo, il sottosegretario Armando Bartolazzi, il viceministro agli Esteri Emanuela Del Re e Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione sanità e la regione Lazio per l’immediato e tempestivo contatto con noi per ribadire la disponibilità di trovare soluzioni condivise sul tema – sottolinea Aodi a Sanità Informazione – Sicuramente il viceministro Emanuela Del Re ha dato un contributo decisivo, mi ha chiamato personalmente e ha instaurato un contatto con il ministro Grillo che si è detta disponibile a trovare soluzioni. A breve ci saranno degli incontri. Nel frattempo continuano ad arrivare adesioni da comunità, associazioni: l’ultimo è arrivato dal coordinamento delle comunità musulmani del Lazio, ma anche da Puglia, Emilia Romagna, Veneto, Campania».
«Io ho spiegato a tutti – continua Aodi – che il mio ragionamento è che la circoncisione la stiamo trattando cercando di trovare soluzioni dal punto di vista sanitario e non dal punto di vista religioso anche perché nella religione musulmana la circoncisione, a differenza di altre religioni, non è obbligatoria ma consigliabile per una questione igienica. Il fatto è che noi dobbiamo essere uniti. Lo slogan è: “Circoncisione nei Lea o legge ad hoc, no alle circoncisioni clandestine”. Puntiamo sul diritto alla salute per tutelare bambini. Consideriamo che l’85% dei musulmani in Italia sono laici, fanno comunque la circoncisione ma non c’è un collegamento diretto con la religione. Noi stiamo chiedendo che la circoncisione rituale sia trattata come la circoncisione terapeutica. Bisogna inserirla nei LEA se possibile, altrimenti occorre trovare una soluzione ad hoc per eliminare la responsabilità medico legale di pediatri e anestesisti perché in quella rituale il chirurgo pediatra non accetta di addormentare il bambino sotto i quattro anni: per questo la gente fugge o nel paese d’origine o nel canale della circoncisione clandestina. Purtroppo abbiamo avuto in queste tre settimane più di cento richieste per intervenire chirurgicamente per porre rimedio. Un bambino tunisino si opererà la prossima settimana per un intervento riparatorio».
«Secondo le nostre statistiche Amsi e Co-mai – conclude il professore Foad Aodi – sono più di 11.000 le circoncisioni fatte da residenti in Italia o senza permesso di soggiorno, di cui 5mila in Italia e 6mila nei paesi di origine. Il 35 % di quelle fatte in Italia, sono realizzate clandestinamente e a domicilio. Il costo in privato va da 2 a 4 mila euro, da 25 a 50 euro per la circoncisione clandestina. Il 99% delle famiglie musulmane lo vuole fare nei primi mesi».