I ricercatori sono riusciti a simulare anche come alcune mutazioni genetiche bloccano questo meccanismo determinando la formazione di placche aterosclerotiche che favoriscono le malattie cardiovascolari
C’è chi pur seguendo una sana alimentazione e facendo la giusta dose di attività fisica non riesce a tenere sotto controllo i livelli nel sangue di colesterolo Ldl, il cosidetto ‘colesterolo cattivo’. Ora, grazie ad un sistema di intelligenza artificiale è possibile capirne il perché, scrutandone il meccanismo. Per la prima volta, infatti, è stato osservato come il colesterolo cattivo si lega al recettore che ne determina lo smaltimento. Ma non è tutto. I ricercatori che hanno messo a punto il sistema sono riusciti a simulare persino come alcune mutazioni genetiche bloccano questo meccanismo determinando la formazione di placche aterosclerotiche che favoriscono le malattie cardiovascolari. La scoperta, pubblicata su Nature dai ricercatori del National Institute of Health statunitense, permetterà, quindi, di sviluppare farmaci più efficaci per abbassare i livelli di Ldl nel sangue, anche nei pazienti che soffrono di ipercolesterolemia familiare.
L’ipercolesterolemia familiare è legata a fattori genetici, in particolare ad una mutazione del gene LDLR che contiene le informazioni necessarie per produrre una proteina: il recettore per il colesterolo LDL (LDL-R) presente soprattutto nel fegato. “Essendo una mutazione genetica, nelle persone con ipercolesterolemia familiare il colesterolo è molto alto fin dall’infanzia. L’eccesso di colesterolo presente nel sangue si deposita nella parete dei vasi sanguigni e porta nel tempo alla formazione di placche che restringono e induriscono la parete delle arterie. Le placche che si formano nelle arterie coronarie conducono all’infarto in età giovane-adulta con un rischio 20 volte maggiore rispetto alla popolazione generale”, spiega Paola Sabrina Buonuomo, dell’unità operativa di Malattie Rare e Genetica Medica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in una pagina dedicata del sito web. Proprio perché ‘familiare’, può essere tramandato di genitore in figlio. In particolare, se entrambi i genitori sono portatori di un gene alterato: Il 25% dei figli avrà una forma più grave di ipercolesterolemia familiare (omozigote o eterozigote composto) e Il 50% dei figli sarà affetto e portatore, proprio come i genitori, di una sola copia alterata del gene (forma eterozigote).
“Il colesterolo Ldl è uno dei principali fattori scatenanti delle malattie cardiovascolari che uccidono una persona ogni 33 secondi – spiega uno degli autori dello studio, Alan Remaley – quindi, se vuoi conoscere il tuo nemico, devi sapere che aspetto ha”. I ricercatori sono riusciti a smascherare il colesterolo cattivo grazie alla criomicroscopia elettronica, una tecnica d’avanguardia che ha permesso di visualizzare con un dettaglio senza precedenti la proteina strutturale che compone la molecola di Ldl mentre si lega al recettore Ldlr, dando così il via al processo di smaltimento. Grazie ad un software di intelligenza artificiale capace di prevedere la struttura delle proteine (sviluppato dai vincitori del premio Nobel per la chimica 2024), i ricercatori sono riusciti anche a simulare alcune mutazioni genetiche note per la loro capacità di aumentare il colesterolo Ldl. Lo studio dimostra che le mutazioni associate all’ipercolesterolemia familiare sono per lo più localizzate in specifiche regioni del colesterolo Ldl dove avviene l’interazione con il recettore Ldlr.
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