«Riduce gli effetti collaterali e aumenta l’effetto ipocolesterolemizzante rispetto alla monoterapia. È la risposta più corretta dal punto di vista farmacologico utilizzando meccanismi d’azione diversi e complementari»
Dai dati più recenti, emerge che un paziente su due sul rischio alto e un paziente su tre sul rischio molto alto raggiungono il target del colesterolo LDL. E tra chi ha già avuto un evento coronarico, un infarto o una manifestazione simile, solo uno su cinque ha il colesterolo LDL controllato. «Una percentuale non soddisfacente per la cura delle dislipidemie» spiega a Sanità Informazione il Prof. Andrea Maria Maresca del Centro Ricerca Dislipidemie dell’Università degli Studi dell’Insubria.
Due le motivazioni principali. La prima è la mancata aderenza alla terapia farmacologica. «Alcune di queste classi di farmaci hanno effetti collaterali – precisa il professore – spesso parliamo di effetto nocebo per le statine. Il paziente lamenta fastidi ancora prima di assumerli». La seconda, riguarda i farmaci a disposizione: «Gli obiettivi di colesterolo LDL sono ambiziosi dal punto di vista del conseguimento delle linee guida e i farmaci che abbiamo a disposizione non sono sufficienti per raggiungere i target oltre alla dieta equilibrata e calibrata sul problema del colesterolo LDL» evidenzia Maresca.
Per la difficoltà a raggiungere i target consigliati, «la terapia di associazione diventa spesso, non dico il primo step della terapia farmacologica ma sicuramente un rimedio terapeutico importante nella gestione di questi pazienti» sottolinea Maresca. Tanti i vantaggi: «Riduce gli effetti collaterali potendo usare dosaggi più bassi di alcune di queste classi di farmaci, aumenta l’effetto ipocolesterolemizzante rispetto alla monoterapia e aumenta l’aderenza e la persistenza. Avere un obiettivo così ambizioso di colesterolo LDL – conclude Maresca – ci impone di ricorrere quotidianamente alle terapie di associazione ed è la risposta più corretta dal puto di vista farmacologico utilizzando meccanismi d’azione diversi e complementari».
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