Le nuove linee guida hanno abbassato al massimo i livelli target di colesterolo LDL da raggiungere: sotto ai 55 mg/dl per i pazienti a rischio molto alto e sotto ai 70 per quelli a rischio alto
Proteggere i pazienti a rischio alto e molto alto con un’azione rapida, incisiva ed efficace per evitare che vadano incontro a un evento cerebro e cardiovascolare.
È questo l’obiettivo della pratica clinica; ma in realtà, qual è il target he si riesce a raggiungere? «Il colesterolo LDL nei pazienti a rischio molto alto che hanno già avuto eventi cerebrovascolari o con fattori di rischio quali diabete e insufficienza renale, deve essere sotto ai 55 mg/dl – spiega Vincenzo Russo, cardiologo dell’AO Monaldi di Napoli e ricercatore presso l’Università Vanvitelli – mentre nei pazienti considerati a rischio alto deve stare sotto ai 70».
Ma non è sempre semplice raggiungere questi obiettivi, anzi: «Nella nostra attività clinica quotidiana spesso ci rendiamo conto della dicotomia esistente tra mondo reale e mondo ideale. Nel mondo reale, secondo la letteratura disponibile, solo il 20% riesce ad essere a target. Vuol dire che c’è un bisogno clinico insoddisfatto, un 80% di pazienti che hanno bisogno di cure e di terapie ma che non riescono ad accedervi».
Eppure, anche il tempo gioca la sua parte: «Il rischio cardiovascolare è tempo dipendente – spiega ancora il dottor Russo -. Più tempo il nostro paziente non è a target LDL, maggiore è la probabilità di sviluppare un evento non solo cardiovascolare ma anche cerebrale».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato