Roberto Brambilla invita a non sottovalutare i sintomi del colpo di calore che possono essere diversi: nausea, mal di testa, crampi, svenimenti, stato confusionale e ustioni di primo o secondo grado quando l’esposizione al sole è diretta
Il termometro di tante città italiane in questi giorni supera i 35 gradi con vere e proprie bolle di aria torrida e città in preda all’afa. Una condizione che mette a rischio di colpo di calore oltre 4,5 milioni di anziani over 80. A lanciare l’allarme è l’Unione Europea delle Cooperative (UECOOP) che ha fatto un’analisi sui dati Istat tenendo conto della situazione meteo delle città italiane.
Ad accentuare i rischi delle fasce più fragili della popolazione sono gli sbalzi di temperatura sempre più frequenti a causa dei climatizzatori che rinfrescano case e negozi, ma che creano un’altalena tra caldo e freddo che può arrivare a dieci gradi tra luoghi al chiuso e all’aperto con conseguenze anche gravi negli anziani, più esposti proprio ai colpi di calore per un sistema di termoregolazione meno efficiente e con una più alta vulnerabilità alle malattie respiratorie. «Senza dimenticare il fatto che gli anziani hanno una minore percezione del bisogno di bere per idratarsi con le alte temperature estive», fanno notare all’UECOOP.
Non uscire nelle ore più calde, evitare il soffio diretto dei condizionatori, idratarsi il più possibile e consumare pasti leggeri con molta frutta e verdura, sono solo alcuni dei consigli riportati nel decalogo UECOOP per evitare i colpi di calore.
Una prevenzione quotidiana è importante, ma non sempre permette di evitare un problema di salute determinato dal troppo caldo. Per questo è fondamentale riconoscere i sintomi del colpo di calore e agire tempestivamente nel modo corretto.
«Non sottovalutare mai un colpo di calore – è il monito di Roberto Brambilla, responsabile del centro Svenimenti di Auxologico San Luca di Milano – l’ipertermia è una condizione patologica dell’organismo che si verifica quando c’è una esposizione prolungata a particolari condizioni climatiche: temperature elevate, scarsa areazione e alto tasso di umidità che impedisce la corretta sudorazione dell’individuo e di conseguenza l’abbassamento della temperatura corporea. In pratica l’organismo assorbe più calore di quanto riesca a cederne all’esterno con la sudorazione». Nausea, ma di testa, febbre, crampi, svenimenti e confusione sono i sintomi più frequenti che accompagnano un colpo di calore. In caso di esposizione diretta ai raggi solari anche ustioni di primo e secondo grado.
Tanto più il soggetto è fragile, maggiore è il tempo di recupero da un colpo di calore. «La durata dei sintomi dipende dalla gravità dell’insolazione ma anche da molti altri fattori, come l’età e lo stato di salute generale del paziente – puntualizza Brambilla – Nel caso di un soggetto over 80 diabetico o cardiopatico anche una lieve insolazione può essere grave e duratura. Per questo è importante intervenire nel minor tempo possibile posizionando il soggetto colpito in un ambiente ombreggiato e areato e nel caso si manifesti un mancamento è opportuno sdraiarlo sollevando le gambe e somministrando liquidi non troppo freddi a piccoli sorsi». L’insorgenza della febbre superiore a 38° o uno stato confusionale richiedono l’intervento medico.
Di norma i tempi di recupero da un colpo di calore variano da 24 a 48 ore, nei casi più gravi potrebbero essere anche più lunghi o addirittura permanenti quando il cervello rimane esposto ad alte temperature per troppo tempo.
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