La “vaccine hesitancy” è quella caratteristica che trasforma tante persone in “nì vax”. Bisogna combatterla, non solo per quelli anti-Covid, ma per influenza, pneumococco ed Herpes Zoster, specie nella popolazione anziana. Ne parliamo con il presidente del CTS HappyAgeing, Michele Conversano
Prendere esempio dalla lezione della pandemia e trasformare la vaccinazione in una priorità del Sistema sanitario nazionale, non solo per Covid. È questo il precetto che Michele Conversano, presidente del CTS di HappyAgeing, ha voluto far passare in un’intervista a Sanità Informazione. Ora più che mai è importante che adulti e anziani comprendano i pericoli di influenza, pneumococco ed Herpes Zoster, facilmente evitabili con il vaccino.
In pandemia «tra le prime cose che abbiamo imparato c’è che bisogna vaccinare dappertutto, quindi non soltanto negli ambulatori vaccinali ma anche negli hub, nei drive-in e per le persone con fattori di rischio e patologie croniche anche in ospedale». Una richiesta, spiega Conversano, fatta da lungo tempo. «Lo abbiamo fatto per il Covid – prosegue – lo dobbiamo continuare a fare anche per le altre vaccinazioni dell’anziano: influenza, pneumococco, Herpes Zoster e perché no, per i richiami decennali di difterite, tetano e pertosse perché abbiamo dimostrato come, differentemente da quello che si pensa, possano avere gravi complicanze e portare a un aumento di decessi».
Con questo obbiettivo, alla II Assise Nazionale HappyAgeing, è stata presentata la nuova campagna di comunicazione che comprende sette precetti che seguono lo slogan “L’età non conta, il vaccino sì”. «Abbiamo avuto dimostrazione molto evidente – spiega ancora il presidente – che i vaccini servono per prevenire malattie molto pericolose e riprendere la libertà di muoverci e di essere in salute, perché quella è una libertà fondamentale che dobbiamo far rispettare».
Si tratta quindi di «una campagna che serve a promuovere tutte le vaccinazioni dell’adulto e dell’anziano, a promuovere una migliore percezione del rischio e far conoscere i vantaggi della vaccinazione che tante volte con una sola somministrazione ti può evitare di prendere una malattia per tutta la vita, che è una cosa fondamentale da far comprendere ad adulti e anziani».
Per farlo sono molti i pregiudizi da decostruire, con informazioni precise e sicure, come spesso non è successo durante la campagna vaccinale anti-Covid. La narrazione che all’inizio mostrava il vaccino come la vera soluzione alla pandemia, ha subito molti stop con le prime notizie di effetti collaterali gravi, spesso non veri ma mai spiegati con chiarezza. Tutto questo ha prodotto quella “vaccine hesitancy” che ha accresciuto il gruppo di “nì vax” che ancora inseguiamo per convincerli. Come si combatte questa “paura”?
«Ascoltando e spiegando – risponde Conversano – purtroppo nella vaccinazione Covid l’informazione non è stata sempre corretta. La velocità, la fretta e il normale dibattito scientifico non hanno aiutato. Ma è normale devo dire che non siamo tutti d’accordo, il dibattito scientifico prima veniva fatto nei convegni, nelle pubblicazioni e ora viene fatta in prima serata alla Rai e questo ha creato molto scompiglio. Non dobbiamo però dimenticare che i veri “no vax” duri e puri sono pochissimi, contrari per ideologia, la maggior parte sono persone confuse a cui va spiegato il vantaggio della vaccinazione».
La soluzione è una, quindi, ed è quella che Conversano chiede a tutti i colleghi: «Dobbiamo avere quella prontezza e quella bravura di spiegare in termini corretti scientificamente quali sono i rischi della malattia e i vantaggi della vaccinazione».
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