L’esperta: «Mancano i corsi di formazione su counselling e comunicazione e durante la visita c’è poco tempo per parlare. Quando il malato nega la diagnosi, è portato a cercare affannosamente altrove conferme»
Ogni paziente ha diritto di essere informato dal medico curante sulle proprie condizioni di salute in modo dettagliato, aggiornato e comprensibile. Se ricevesse una comunicazione chiara, schietta e soddisfacente, non sarebbe spinto a ricercare su internet consigli e risposte ai suoi dubbi. Eppure, ormai, è un dato di fatto: un italiano su tre cerca in rete informazioni di salute, trovandone molte sbagliate e spesso contraddittorie. Perché succede?
«I motivi riguardano sia l’atteggiamento del medico che la reazione del paziente – spiega la dottoressa Graziella Caraffa, curatrice di uno dei contenuti dell’ebook PINK POSITIVE di Daiichi Sankyo pensato per supportare le donne affette da tumore -. In primis, mancano i corsi di formazione su counselling e comunicazione, quando bisogna essere ben preparati su questo, soprattutto se le notizie da dare non sono positive».
C’è, poi, un problema di tempo: «Se il tempo della comunicazione tra medico e paziente è tempo di cura allora il tempo della visita deve essere dilatato, in modo da non sottrarre minuti alla visita vera e propria». Un obiettivo difficile da raggiungere sia per i costi che per la disponibilità del personale sanitario.
Infine, a volte la reazione del malato «a una diagnosi negativa, inattesa e spiazzante è quella di negarla e cercare affannosamente altrove e ovunque una conferma alle proprie aspettative» sottolinea la dottoressa. E in quel caso, allora, è fondamentale che si faccia riferimento «a fonti istituzionali certe, siti di società scientifiche, del Ministero della salute, dell’Istituto Superiore di sanità e di note associazioni di pazienti – evidenzia la Caraffa -. E poi ricordiamo ai pazienti di non fidarsi mai di mirabolanti promesse, soprattutto se provenienti da fonti ignote: purtroppo, quello che speriamo di sentirci dire non sempre coincide anche con la verità» conclude.
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