L’assistenza a pazienti fragili, cronici e con patologie orfane di terapie specifiche sarà più accessibile grazie a digitalizzazione e nuove tecnologie messe a punto da Anthem. Prevista l’assunzione di 80 ricercatori
Se oggi in Europa l’aspettativa di vita di una persona è di 80 anni, in realtà la salute del paziente ne vale “solo” 64. Dati che hanno spinto nove Università, guidate da Bicocca e Politecnico di Milano, a progettare nuove tecnologie per migliorare l’assistenza sanitaria di pazienti fragili, cronici e con patologie orfane di terapie specifiche. Si chiama Anthem (AdvaNced Technologies for HumancentrEd Medicine) e vedrà anche la collaborazione di 23 soggetti pubblici e privati.
Migliorare la cura del paziente attraverso la tecnologia, è l’obiettivo dei ricercatori di Anthem. Il progetto vedrà, nei prossimi quattro anni, la partnership di enti di ricerca e di assistenza sanitaria pubblica e privata. «Vogliamo diventare un modello di gestione della medicina di prossimità: innovativo e multidisciplinare – ha spiegato Stefano Paleari, presidente di Fondazione Anthem – . Con la competenza di medici, fisici e ingegneri possibile migliorare la cura della persona nel trattamento di particolari patologie». Per cominciare saranno coinvolte delle comunità di riferimento italiane selezionate sulla base degli istituti di ricerca e delle regioni partecipanti.
La prima voce di intervento riguarda tecnologie per la diagnostica e la cura. A questo proposito gli enti impegnati (Università di Messina, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Istituto Mario Negri, Ferb Onlus, Asst Bergamo Est, Asst Monza e Asst Papa Giovanni XXIII), coordinati dall’Università di Bergamo, stanno lavorando alla realizzazione di dispositivi e strumenti digitali per la raccolta dati. Spetta invece all’Università Bicocca coordinare un team di esperti per la messa a punto di sensori innovativi per la medicina di prossimità in ambienti smart. La ricerca di fattori di rischio e di strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici è affidata al Politecnico di Milano con diversi enti affiliati: Humanitas University, Università del Salento, AB Medica e Chiesi Farmaceutici. Infine, le soluzioni terapeutiche innovative per patologie orfane sono materia di ricerca per l’Università di Catania.
In tutto sono oltre 200 i ricercatori coinvolti con un investimento complessivo di 123 milioni di euro finanziati dal Piano Complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). I progetti sono 28 e ad essi prenderanno parte anche otto strutture sanitarie, sociosanitarie e di ricerca medica, oltre a cinque imprese ed enti privati. Tutte dovranno tenere conto di fattori ambientali, di stile di vita e patologie presenti nelle popolazioni fragili e croniche. Avranno il compito di implementare metodologie di terapia oncologica per quei tumori che non possono essere trattati con terapie convenzionali. «Per completare il parterre dei ricercatori devono essere arruolate 80 figure professionali tra ricercatori e tecnologi e 65 dottori di ricerca», ha sottolineato Giovanna Iannantuoni, Rettrice dell’Università Milano- Bicocca. Con i fondi garantiti dal PNRR e grazie alla partnership di 23 soggetti pubblici e privati, il progetto è il terreno fertile per sinergie e filiere in ambito dell’innovazione sanitaria e assistenziale.
Sono cinque le Regioni che prenderanno parte alla realizzazione della medicina territoriale del futuro. «Nella scelta dei contesti territoriali si è fatto riferimento a sistemi sanitari specifici e rappresentativi del Paese – ha aggiunto Salvatore Cuzzocrea presidente di Fondazione Anthem – . In termini di organizzazione e di tecnologia, ma anche di densità di popolazione, presenza di strutture di prossimità, facilità di accesso, efficienza diagnostica e terapeutica e uso già diffuso di tecnologie digitali». I territori coinvolti sono: Lombardia, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; le comunità montane di Val Seriana e Brembana in provincia di Bergamo e le comunità metropolitane e distrettuali di Milano, Monza Brianza, Napoli, Taranto, Bari e Lecce.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato