Sono passati 25 anni da quando in Italia è stata promulgata la prima legge sul farmaco generico. Pasquarelli (Presidente DOC Generici): «Cambiato l’approccio del paziente che non guarda più con sospetto al generico, associando il costo alla qualità del prodotto»
L’utilizzo di farmaci generici comporta un risparmio per le casse dello Stato che va dai 5 ai 7 miliardi di euro l’anno (dati Egualia). Questa minor spesa per il farmaceutico si traduce in una migliore assistenza e una maggiore innovazione che aiutano a rendere il diritto alla salute il più universale possibile. Il risparmio generato dai farmaci generici è stato considerevole sino ad ora, se si pensa che solo nel 2019 la spesa ospedaliera ha finanziato l’acquisto di 1,5 miliardi di unità minime frazionabili di medicinali, di cui circa il 30% rappresentato dai farmaci generici. Inoltre, durante l’anno trascorso, l’accesso agli screening e alle visite di routine è calato di circa il 20-30% e l’accessibilità ai farmaci generici ha garantito la cura non solo ai pazienti affetti da Covid-19, ma anche e soprattutto ai pazienti cronici.
Nel 2021 si celebra il 25esimo anno della prima legge italiana sul farmaco generico che ha introdotto nel nostro Paese la possibilità di commercializzare medicinali con le stesse quantità di principio attivo e stessa biodisponibilità (e dunque con parità di efficacia e di utilizzo nella clinica) dei farmaci di marca a brevetto scaduto.
La legge, infatti, risale al 1996, ma c’è voluto del tempo affinché tutti capissero i benefici di un farmaco a prezzo sostenibile e accessibile a molti più pazienti. Ora però la consapevolezza che un prezzo più basso sul mercato non implica standard di produzione meno elevati e che un prezzo inferiore dipende solo dall’assenza dei costi di ricerca e sviluppo (necessari invece per la produzione di farmaci di specialità) è molto più diffusa. Per non parlare poi del fatto che le risorse risparmiate dal Servizio sanitario nazionale tramite l’utilizzo dei farmaci generici possono essere impiegate per permettere l’accesso a farmaci di specialità e soluzioni innovative per patologie ancora non trattabili con farmaci esistenti.
«Oggi è cambiata non solo la percezione del medico prescrittore e del farmacista, – spiega Gualtiero Pasquarelli, Presidente di DOC Generici – ma anche quella delle autorità sanitarie che non mettono più in dubbio la qualità del farmaco generico, che è esattamente uguale a quella delle specialità. Ma, soprattutto, è cambiato anche l’approccio del paziente che non guarda più con sospetto al generico, associando il costo alla qualità del prodotto».
DOC Generici è un’azienda italiana (con sede a Milano) che opera nel settore dei farmaci generici dal 1996, ovvero dall’anno in cui è stata promulgata la legge. E proprio nel suo 25esimo anniversario di attività, DOC Generici fa un bilancio della propria esperienza da leader del settore. Negli anni, infatti, DOC Generici ha permesso di avere operative ad oggi oltre 40 aziende farmaceutiche produttrici, tenendo oltre il 60% delle produzioni in più di 19 officine farmaceutiche operative in Italia, il 36% in Europa e solo il 4% in paesi extra-UE, seguendo dappertutto le stesse normative di riferimento a garanzia di qualità e assicurando continuità terapeutica e disponibilità costante dei prodotti sul territorio nazionale.
«Celebriamo i 25 anni di una storia di successo, caratterizzata dai nostri pilastri fondamentali: pragmatismo, aderenza, capacità di ascolto del mercato e velocità di esecuzione – dichiara Riccardo Zagaria, CEO di DOC Generici –. Sono 25 anni che sosteniamo questi valori insieme ai medici e ai farmacisti che ci hanno scelto. A questo punto non possiamo che guardare al futuro con fiducia e ottimismo e siamo pronti a raccogliere le nuove sfide che arrivano da aree terapeutiche da consolidare, come il cardiovascolare, ma soprattutto da quelle ancora da conquistare, come ad esempio il diabete».
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