Salute 31 Maggio 2023 13:32

Con RISP possibile “giocare d’anticipo” e vincere il tumore al polmone

La Rete Italiana Screening Polmonare grazie alla TAC spirale a basso dosaggio e con il supporto dell’intelligenza artificiale è in grado di individuare il tumore al polmone in fase iniziale e prevenire anche patologie del sistema cardiovascolare e respiratorio

Con RISP possibile “giocare d’anticipo” e vincere il tumore al polmone

Cinque secondi per salvare una vita è questo il messaggio lanciato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in occasione della presentazione di RISP, il programma multicentrico di  diagnosi precoce del tumore al polmone con tac spirale a basso dosaggio. Unica in Europa per il numero di istituti interessati (18, in 15 regioni italiane: 8 IRCCS, 10 aziende ospedaliere) questa rete, finanziata dal Ministero della Salute, ha già riscosso interesse in oltre 15 mila volontari. L’obiettivo è reclutare 10mila soggetti ad alto rischio, tra i 55 e i 75 anni, grandi fumatori o ex fumatori da meno di 15 anni, per creare un database nazionale.

Ridurre la mortalità del tumore al polmone, ma non solo.

«Ridurre la mortalità del tumore al polmone nei forti fumatori oggi è possibile – spiega a Sanità Informazione Ugo Pastorino, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica e coordinatore del programma RISP -. Abbiamo dimostrato che lo screening è fattibile su tutto il territorio nazionale e che i risultati sono confortanti: possiamo scoprire i tumori polmonari in una fase precoce con due risultati: aumentare la sopravvivenza e ridurre i costi per la Sanità».

Un programma di prevenzione anche per cuore e arterie

Ma c’è qualcosa in più: lo stesso programma permette di quantificare il livello di calcificazioni coronariche del fumatore ed esprimere direttamente il rischio di morte per tutte le cause a 12 anni.  «Tre quarti dei soggetti coinvolti nel RISP non ha una storia cardiologica – fa notare Pastorino – , quindi conoscere con dodici anni di anticipo chi ha un rischio elevato di patologia cardiovascolare permette di intervenire specificatamente e selettivamente. Il prossimo step sarà  perciò di stimolare le Istituzioni a inserire questo approccio nei LEA (Livelli essenziali di assistenza), rendendo rimborsabili con il Servizio Sanitario Nazionale sia la TAC a basso dosaggio, che i farmaci antifumo a scopo preventivo per coloro che sono ad alto rischio».

Donne più a rischio di avere il tumore al polmone

Negli ultimi 12 mesi 43mila 900 persone hanno ricevuto una diagnosi di tumore al polmone di cui 14600 donne. È un dato in ascesa che, secondo molti studi scientifici, ha nel fumo delle sigarette il principale responsabile  – si stima intorno all’80 percento delle diagnosi –  tanto che il big killer  è destinato a fare ancora più vittime in particolare tra le donne. «L’Italia ha il primato in Europa delle giovani fumatrici – aggiunge Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia medica all’Università degli Studi di Torino e Presidente di Walce Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe) – . Se non sapremo correre ai ripari le conseguenze si vedranno tra 20 o 30 anni, che è il tempo di latenza tra l’abitudine al fumo e lo sviluppo delle malattie correlate al fumo».

Oltre a mammografia e pap-test anche TAC spirale a bassa dose

Oggi però, grazie a RISP, abbiamo un doppio vantaggio: una prevenzione primaria, ovvero la possibilità di smettere di fumare, e una prevenzione secondaria grazie all’esecuzione di una TAC spirale.  «Le donne pensano solo alle patologie oncologiche di altro tipo – riprende Novello – che riguardano la sfera ginecologica; invece, andrebbe associato ai programmi di prevenzione che già seguono (mammografia e pap-test), anche la TAC spirale a bassa dose».

Fare prevenzione al tumore al polmone nel centro più vicino

Sono 4560 gli esami diagnostici (TAC) effettuati nei primi sei mesi di screening in tutta Italia. Numeri destinati a crescere. «Si tratta di una Tomografia Assiale Computerizzata a basso dosaggio di radiazioni (un decimo degli strumenti tradizionali), personalizzata  – puntualizza Roberto Boffi, Responsabile Pneumologia e Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. Grazie ad un particolare sistema di lettura, infatti, siamo in grado di individuare  tutti i noduli, misurarne la dimensione, la densità e di seguire nel tempo le lesioni sospette».

Ricerca e innovazione con l’intelligenza artificiale

Una quantità di dati utili per tracciare i soggetti a rischio, monitorarne le condizioni nel tempo, ma anche di intervenire tempestivamente con una chirurgia mininvasiva là dove è necessario. «Arrivare al momento giusto è essenziale per salvare la vita ad un individuo – rimarca Nicola Sverzellati, Professore Ordinario di Radiologia all’Università di Parma   – Con l’intelligenza artificiale oggi siamo in grado di studiare i partecipanti in seconda lettura. L’obiettivo è arrivare ad utilizzare questi strumenti in prima lettura per velocizzare l’analisi e ridurre il  numero dei falsi positivi».

Chirurgia mininvasiva

«Una diagnosi precoce significa anche poter proporre al paziente una chirurgia mininvasiva (robotica o video) – fa notare Franco Facciolo, Direttore della Chirurgia Toracica dell’Istituto Regina Elena di Roma -.  Significa portare in sala operatoria un numero di pazienti superiori, anche over 75 e 80, e soprattutto guarire, tanto che la sopravvivenza a 5 anni possa essere superiore al 90 percento».

Prevenzione personalizzata con il farmaco antifumo

Nell’ambito del programma RISP, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si è fatto promotore della distribuzione della citisina ai Centri aderenti al progetto. È un farmaco antifumo con molti vantaggi, come ha dimostrato anche uno studio condotto da INT insieme all’Istituto Mario Negri di Milano e all’Università di Parma2 . «È pressoché privo di effetti collaterali e non crea dipendenza – commenta il Responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo -. Prevede una terapia di 40 giorni suddivisa in più assunzioni giornaliere, con lo stop al fumo tra l’8° e il 14° giorno».

L’aiuto della farmacia

Dal nord al sud il programma di reclutamento prevede 10 mila volontari nell’arco dei prossimi 18 mesi. Per diffondere maggiormente il messaggio sul territorio,  alcuni Istituti  hanno coinvolto le farmacie.  È il caso della Puglia. «Abbiamo coinvolto circa 300 farmacie con due risultati: sono aumentate le adesioni allo screening e al percorso per smettere di fumare – racconta Domenico Galetta, Responsabile S.S. Dipartimentale di Oncologia medica per la patologia toracica, Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari. – Il cinquanta per cento delle persone ha chiesto di partecipare al percorso di disassuefazione con una elevata percentuale di successo».

Una app per aderire allo screening per vincere il tumore al polmone

Per agevolare i volontari nella fase di reclutamento è stata messa a punto una app scaricabile sullo smartphone sui cui è possibile registrarsi direttamente e fissare l’appuntamento per lo screening. «Questo è  un modo per incentivare anche gli indecisi e i pigri – conclude Pastorino -. Il nostro obiettivo è di fornire al Ministero la prova che si  può fare prevenzione a basso costo su tutto il territorio in modo da inserire nei Lea lo screening e il farmaco per la fascia di rischio più alta tra i 55 e i 75 anni grandi fumatori».

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