L’associazione è nata nel 2009, da un’intuizione del compositore e producer discografico Gian Andrea Lodovici e dell’oncologo Maurizio Cantore. L’iniziativa in dieci anni di attività ha coinvolto più di 20mila pazienti per oltre 800 concerti principalmente in Italia, ma anche in Austria e negli Stati Uniti
Trasformare le stanze di un reparto oncologico in sale concerto per portare serenità a pazienti sottoposti ad un difficile percorso di cura: è questo l’obiettivo di Donatori di Musica, l’associazione nata nel 2009, da un’intuizione del compositore e producer discografico Gian Andrea Lodovici e dell’oncologo Maurizio Cantore, Direttore della Divisione di Oncologia Medica dell’Ospedale di Mantova che racconta: «Donatori di musica è nato dall’incontro con il famoso produttore di musica classica Gian Andrea Lodovici, quando venne presso il mio studio di Carrara per un ulteriore parere medico sul percorso terapeutico che stava affrontando. Incontrai Lodovici in un momento di forte difficoltà, non aveva più energie e non riusciva neanche più a pensare alla sua principale fonte di ispirazione, la musica. Capii allora che – prosegue Maurizio Cantore – oltre alle terapie, dovevo proporgli qualcosa di diverso, ad esempio organizzare dei concerti nel reparto che dirigevo. Da lì iniziò il cambiamento, trascorse gli ultimi mesi con gioia, impegnato a creare eventi e stagioni musicali nel reparto dove era ricoverato. Fu l’inizio della nostra storia e da quel momento in poi, un’atmosfera di magia caratterizza da sempre i nostri concerti».
Un’iniziativa che in dieci anni di attività ha coinvolto più di 20mila pazienti per oltre 800 concerti principalmente in Italia, ma anche in Austria e negli Stati Uniti.
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«Con Donatori di Musica si modifica il concetto della gestione della malattia: dalla terapia alla cura, o meglio ancora, al prendersi cura – afferma Claudio Graiff, Oncologo Medico e Socio Fondatore di Donatori di Musica, Presidente del convegno – e così la terapia, atto tecnico che richiede competenze scientifiche e formazione specialistica non delegabili, si inscrive compiutamente nella cura, in quel prendersi cura gli uni degli altri che tanto è importante per il vissuto di chi si trova ad affrontare esperienze difficili e dolorose quale indubbiamente è la condizione dell’ammalato oncologico. La cura quando intesa nella sua accezione più estensiva, a differenza della terapia, non compete al solo personale sanitario. L’ingresso dei Musicisti nelle comunità chiuse degli Ospedali, quali portatori di valori universali di autentica bellezza, trasforma la segregazione in inclusione e simboleggia il coinvolgimento dell’intera società umana nei percorsi di cura. I musicisti portano vita nei luoghi della sofferenza, trasformandoli con la loro arte in luoghi della speranza, della condivisione e del benessere. In occasione degli eventi di donatori di Musica, il progetto si arricchisce di nuova energia grazie allo scambio di esperienze tra diversi centri che già aderiscono e alla partecipazione di nuovi reparti che intendono unirsi alla rete».
Una nuova cultura del prendersi cura che permetta alle persone coinvolte nel percorso terapeutico di diventare protagonisti in luoghi solitamente deputati al trattamento medico, rappresenta il valore aggiunto del progetto come rimarca Andrea Mambrini, Direttore Divisione di Oncologia Medica Ospedale di Massa Carrara, Segretario e Socio Fondatore di Donatori di Musica.
«I pazienti non sono solo spettatori, ma vengono coinvolti direttamente nella preparazione delle quattro fasi che costituiscono il format degli eventi, dalla preparazione e organizzazione, al concerto vero e proprio, ad un’occasione conviviale, fino a quella che noi definiamo di tutti i giorni dopo. Quest’ultima fase è quella più importante, quando si mantiene la relazione instaurata, a tratti magica, e che si è creata durante l’evento».
Studi scientifici hanno dimostrato i benefici del progetto sui pazienti, con diminuzione dei livelli di ansia e alleggerimento del peso psicologico legato alla cura. Creare un legame emotivo con i medici, infatti, aiuta il paziente ad abbattere le barriere, facilitando il dialogo e lo scambio per tutta la durata del trattamento.
Quest’anno, in occasione dei dieci anni di attività, la rete di Donatori di Musica ha organizzato tre momenti musicali il 6 e 7 luglio scorsi a Malosco in provincia di Trento con la partecipazione del Trio Broz (composto dai fratelli Barbara (violino), Giada (violino e viola) e Klaus (violoncello) -, della “Bifo Combo”, ensemble musicale molto noto della scena musicale veronese) e di Roberto Prosseda, tra i pianisti più attivi della scena concertistica internazionale, oltre che socio fondatore e direttore artistico di Donatori di Musica. Un successo in termini di affluenza di pubblico e di partecipazione che sottolinea la bontà dell’iniziativa come stimolo ad un percorso attivo per i malati.