L’evento, che si svolgerà il 30 novembre ad Arezzo nell’ambito del Forum Risk Management, vedrà la presenza dei presidenti delle Federazioni degli Ordini della sanità. Tra gli ospiti anche Massimo Tortorella e Guido Rasi, Presidente e Direttore scientifico di Consulcesi
Si svolgerà ad Arezzo il 30 novembre la III Conferenza Nazionale della Fragilità, nell’ambito del Forum Risk Management. All’evento, promosso da Simedet e FNO TSRM PSTRP, parteciperanno i presidenti delle Federazioni degli Ordini professionali della sanitò e tra gli altri Cesare Mirabelli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Don Massimo Angelelli, Direttore Nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana, Alessandro Beux, past president FNO TSRM-PSTRP, Saverio Proia, Consulente Aran. Guido Rasi, Direttore Scientifico Consulcesi e Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi, apriranno i lavori insieme a Vasco Giannotti, Presidente del Comitato Scientifico del Forum.
I lavori invece saranno coordinati dagli ideatori e organizzatori della Conferenza Nazionale sulla fragilità e vulnerabilità: Laila Perciballi e Fernando Capuano Presidente Nazionale della Simedet.
«Con la Terza Conferenza Nazionale sulla Fragilità e sulla vulnerabilità – spiegano Fernando Capuano, Presidente Simedet, e Laila Perciballi, Referente per i rapporti con la cittadinanza della FNO TSRM PSTRP – si vuole dare voce alla Costituzione etica della Federazione, presentata ufficialmente il 3 luglio 2021 a Roma. Sarà, come auspicato dal Ministro Roberto Speranza, e da tutte le parti politiche ed istituzionali, una preziosa occasione per estendere la carta dei valori fondanti della casa comune a tutto il mondo della sanità, cogliendo a pieno e responsabilmente le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza 2021-2026 (PNRR). È necessario saper usare la tecnologia per attuare quella rivoluzione digitale che sia di aiuto anche alla salute ambientale e dare effettività ai principi fondanti del sistema sanitario nazione».
«La Costituzione etica – continuano – mette al centro la persona ed anche il professionista sanitario; in essa c’è la consapevolezza del valore di tutte le professioni sanitarie e del fatto che la collaborazione tra le professioni e l’ascolto sono elementi indispensabili per le riforme che ci apprestiamo a realizzare, specie con il PNRR. Siamo entusiasti del cammino e, grazie alla campagna di educazione e relazione, la Terza Conferenza Nazionale sulla Fragilità e sulla vulnerabilità sarà l’occasione per le 30 professioni della sanità di condividere ed adottare i valori la Costituzione etica della Federazione».
«Nel 2019, a Firenze, al 14° Forum Risk Management in Sanità, ha debuttato la “Prima Conferenza Nazionale sulla Fragilità” – sottolineano Capuano e Perciballi -. Durante la Conferenza, è stato presentato il progetto “Deontologia, etica e responsabilità professionale quali comune codice denominatore” con cui ci si è posti l’ambizioso obiettivo di contribuire a rivisitare e salvaguardare i principi fondanti del Sistema Sanitario Nazionale: Universalismo, Uguaglianza e Solidarietà. Ricordo che nel 2018, a Firenze, si è detto “Siamo tutti fragili o lo diventeremo, quindi preoccupiamoci dei diritti di chi ci circonda”. Purtroppo il Covid non ci ha dato il tempo. Il virus è entrato nella nostra Italia ed ha livellato ogni disuguaglianza mostrando la vulnerabilità della nostra Società disseminando migliaia di morti proprio tra i fragili della terza età, e non solo.
La I Conferenza Nazionale sulla Fragilità 2019 – ricorda Simedet – con oltre 400 persone presenti è stata un successo e la forza dei valori ha travalicato i confini della giornata ed è approdata alla Costituzione etica della Federazione, e nel progetto, “Anziani, diritti e tutele senza età” presentati nella “Seconda Conferenza Nazionale sulla fragilità e sulla vulnerabilità” che si è posta l’obiettivo di comprendere cosa voglia dire vivere durante una pandemia. Analogo successo anche per la II Conferenza nel 2020, che si è svolta da remoto per la pandemia.
«Il Coronavirus ha reso visibili i fragili della terza età come non lo sono mai stati prima – concludono -. La pandemia ha mostrato l’esigenza di attuare un profondo ripensamento delle politiche di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana e si rappresenta la necessità di individuare uno strumento inteso a favorire una transizione dalla residenzialità ad una efficace presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la sanità digitale. Siamo sempre più consapevoli che il modello di sviluppo che davamo per scontato sia foriero di ingiustizie sociali. La pandemia ha accelerato processi di crisi che già erano in atto, come l’aumento della quota di chi vive nella povertà, le tensioni internazionali per il controllo delle risorse, le diseguaglianze, il deterioramento degli ecosistemi. Quello che accade ci suggerisce, a dispetto della retorica, che non sia affatto auspicabile tornare alla “normalità” pre-pandemica ma che sia invece urgente accelerare il passo lungo il percorso di trasformazione dato che la pandemia ci ha insegnato che siamo tutti legati “comunità di destino” che ci lega gli uni agli altri. I Professionisti sanitari ed i cittadini devono essere, insieme alle istituzioni, protagonisti del cambiamento colmando le lacune rese evidenti (ma già esistenti) dal Covid che rendono la medicina territoriale, i servizi di prossimità, i servizi domiciliari obiettivo prioritario e non procrastinabile della società, anche attraverso la sanità digitale».
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