A Roma i lavori del 18° Congresso nazionale dell’Associazione medici endocrinologi: «Ampio spazio a diabete e tiroide e alle potenzialità della tecnologia per migliorare l’assistenza e il rapporto con il paziente»
All’Ergife Palace Hotel di Roma si è svolto il 18° Congresso nazionale dell’Associazione Medici Endocrinologi, uno dei principali appuntamenti italiani sull’endocrinologia. L’evento, con la partecipazione di relatori italiani e stranieri di grande spessore e consolidata esperienza clinica, è ormai un’occasione di aggiornamento e confronto sulle malattie endocrinologiche che colpiscono un’ampia fetta della popolazione italiana e mondiale.
Obesità, diabete, tiroide, fertilità, osteoporosi e malattie metaboliche sono solo alcuni dei temi al centro della quattro giorni congressuale. Quest’anno, infatti, è stato dato ampio spazio anche alla telemedicina al servizio dell’endocrinologia. Il presidente dell’AME, il professor Edoardo Guastamacchia – docente presso la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Bari – ha illustrato temi e obiettivi della manifestazione ai microfoni di Sanità Informazione.
Presidente, quali sono le novità, i punti di forza e le tematiche che saranno trattate nel corso del congresso?
«Come è noto, abbiamo un gemellaggio con l’AACE, l’associazione dei clinici endocrinologi americani (American Association of Clinical Endocrinologists) con cui apriamo il congresso. Ci saranno sessioni AACE-AME che tratteranno argomenti relativi a tiroide, ipofisi e diabete. Poi, inizieranno i simposi con gli esperti e tutti gli argomenti che riguardano l’endocrinologia saranno trattati in modo approfondito e con rigore scientifico. Le sessioni che ritengo debbano essere messe maggiormente in risalto sono quelle relative alla patologia tiroidea e alla malattia diabetica. Sono quelle seguite con maggiore attenzione ed entusiasmo dai nostri iscritti, perché dopo il diabete le patologie tiroidee sono quelle più diffuse. Per il futuro, ritengo che sia fondamentale migliorare il rapporto con la tecnologia, soprattutto per quanto riguarda il diabete. Basti pensare all’holter glicemico, ai microinfusori e alla telemedicina che in futuro saranno di estrema utilità nell’intento di favorire il rapporto medico-paziente e migliorare l’assistenza e la qualità della vita.
Qual è il suo primo bilancio come presidente AME?
«Avevo detto che avrei continuato l’iter e il cammino segnato dai miei precedessori e credo di aver mantenuto questa promessa. Abbiamo stimolato ulteriormente il gruppo dei giovani medici AME che è ormai consolidato con più di 400 iscritti e rappresenta la nostra principale risorsa e il nostro futuro. Abbiamo una nostra rivista scientifica dove tutti potranno pubblicare i contenuti e i lavori scientifici; questo è un grande obiettivo raggiunto. Penso che bisogna continuare su questo cammino per raggiungere l’eccellenza sulle patologie endocrine a livello omogeneo su tutto il territorio nazionale. Una cosa a cui tengo molto è migliorare il rapporto con il paziente; già in questo congresso è previsto uno spazio per denunciare problemi ed esigenze. Mi auguro che in futuro possa essere un rapporto sempre più solido».
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