Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna sono le uniche tre Regioni italiane ad avere un Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato alla patologia. Farmaci equivalenti: arrivano le raccomandazioni Lice per un corretto utilizzo
“Non è un Paese per epilettici”: In Italia medici e pazienti si scontrano quotidianamente con le difficoltà di prescrizione, accesso e dispensazione dei farmaci antiepilettici. Medicinali che scarseggiano soprattutto in Calabria, Liguria, Sardegna, Toscana ed Emilia Romagna, dove non sono presenti nemmeno nel Prontuario Terapeutico Ospedaliero (PTO).
«I centri per l’epilessia – spiega Oriano Mecarelli, presidente della Lega Italiana contro l’epilessia (Lice) – sono distribuiti a macchia di leopardo: ce ne sono molti al nord e al centro Italia, ma al sud e sulle isole sono assolutamente carenti».
Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna sono le uniche tre Regioni italiane ad avere un Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato alla patologia. L’Emilia Romagna e la Toscana, assieme alla Lombardia, hanno anche il merito di aver stilato delle Linee Guida Terapeutiche ad hoc.
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Questa “mappa dell’epilessia” è il frutto di uno studio condotto dalla Commissione Farmaco Lice: “Accesso, prescrizione e dispensazione dei farmaci antiepilettici: disuguaglianze ed uniformità nelle 20 Regioni italiane”. I risultati, ottenuti analizzando i questionari sulle disposizioni più rilevanti per la gestione dei farmaci antiepilettici, somministrati ai Coordinatori Regionali e Interregionali Lice, sono stati presentati in occasione del 42° Congresso Nazionale della Lega Italiana contro l’epilessia, in corso in questi giorni nella Capitale.
«Il Congresso Lice – continua Mecarelli – è un’occasione importante pure per sottolineare l’importanza della figura dell’epilettologo per la diagnosi, la cura, ma anche per la diffusione di informazioni scientificamente corrette». La Lega Italiana contro l’epilessia, infatti, ha deciso di dedicare un intero workshop del Congresso all’appropriato utilizzo dei farmaci generici la cui diffusione, stando ai dati dell’ultimo rapporto AIFA, è in aumentato ed è destinata a crescere ulteriormente.
«I farmaci equivalenti sono sicuri – sottolinea il presidente Lice – ma è necessario usarli con accuratezza. Innanzitutto, non bisogna passare da un generico all’altro senza valutarne rischi e benefici. Di solito, quando si prende un generico è consigliabile utilizzare sempre il medesimo. In secondo luogo, quando una persona ha un’epilessia controllata e non ha più crisi da molto tempo, passare ad un farmaco generico potrebbero essere rischioso. Ancora – aggiunge il neurologo – bisogna essere certi che un determinato equivalente sia stato prodotto da un’azienda seria e che il paziente non sia intollerante agli eccipienti contenuti. Infine, l’eventuale cambio deve essere suggerito dall’epilettologo, né dal medico curante, né dal farmacista».
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È soprattutto lo specialista, infatti, ad essere meglio aggiornato su tutti i progressi della ricerca scientifica in ambito terapeutico: «L’affacciarsi di nuovi farmaci sul mercato è un processo continuo – assicura Mecarelli -. Anche se è necessario favorire sempre di più, quando possibile, la terapia chirurgica dell’epilessia. Ci sono delle neuro stimolazioni, come la stimolazione del nervo vago, a cui, pur rappresentando dei palliativi, è importante ricorrere. Ma la vera frontiera di cura è la ricerca genetica – conclude – che ci permetterà di trovare delle terapie personalizzate: quella più adatta ad ogni singolo paziente».