A Milano si è svolto il settimo congresso Sindacato Medici Pediatri di Famiglia. Il Presidente a Sanità Informazione: «C’è necessità di formare professionisti adeguati a risolvere le questioni emergenti da un punto di vista sanitario, soprattutto in una età di confine adolescenziale dove l’assistenza potrebbe diventare la cosiddetta terra di nessuno»
Con la conferma di Rinaldo Missaglia alla guida di SiMPeF, il Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, si è concluso il 7° Congresso nazionale del sindacato dei medici pediatri tenutosi a Milano il 29 e 30 marzo che ha visto la partecipazione di 320 medici chirurghi e 30 infermieri professionali. Alla manifestazione, che ha posto al centro del dibattito novità e conferme in pediatria, si è parlato di problemi legati a nutrizione, disturbi del sonno, asma e problematiche psicosociali degli adolescenti.
«Notiamo esserci la necessità di formare professionisti adeguati a risolvere le questioni emergenti da un punto di vista sanitario, soprattutto in una età di confine adolescenziale – ammette Rinaldo Missaglia al termine del 7° Congresso dei medici pediatri di famiglia – dove l’assistenza potrebbe diventare la cosiddetta terra di nessuno, nel senso che appunto i ragazzi quattordicenni che arrivano al termine della loro assistenza con i pediatri, devono rivolgersi al medico di medicina generale, medico per certi versi sconosciuto alle loro famiglie».
LEGGI ANCHE: IL PARADOSSO DI VANZAGO: 1600 BAMBINI E NESSUN PEDIATRA. IL SINDACO: «CURE A RISCHIO PER CHI NON PUO’ SPOSTARSI»
Cosa si può fare dunque per colmare il gap nella cosiddetta età di confine adolescenziale?
«Dall’impegno che SiMPeF mette rispetto a questi temi, deriva di conseguenza quella che è una rivendicazione di tipo professionale che i pediatri vanno a fare. In particolare, vorrebbero che la possibilità di usufruire dell’assistenza pediatrica, fosse in qualche modo allargata al compimento del 18° anno di età. Questo tra l’altro in osservanza a quello che risulta essere una legge dello Stato».
Dunque, mentre in Italia si lamenta una carenza di medici, dall’altra si vorrebbe alzare l’età dell’assistenza pediatrica ai 18 anni, due facce della stessa medaglia che necessitano di una regolamentazione per fare chiarezza nella categoria…
«Per il 50% i medici pediatri di famiglia sono un po’ datati, quindi nei prossimi anni potrebbe esserci un calo assoluto di professionisti che possano svolgere l’attività, ecco perché in qualche modo le Regioni stanno rivendicando rispetto al ministero la possibilità di formare in proprio dei professionisti e degli specialisti, nella fattispecie pediatri, anche per contrastare ed intercettare quella che potrebbe diventare una problematica. Tra l’altro quello che avviene in altri paesi, senza citare gli Stati Uniti d’America, ma anche in altre realtà dove il pediatra, soprattutto se collegato in forme associative con altri colleghi, può censire ed assistere un numero che può aumentare rispetto a quello attuale. Da questo punto di vista anche quella che è una riforma che oggi si è fermata, intendo quella di favorire l’aiuto ambulatoriale sia di tipo infermieristico che segretariale, è una buona cosa se ripresa e resa disponibile per tutti i pediatri italiani ed i loro assistiti».