In Italia, infatti, vi è un consultorio ogni 35mila abitanti sebbene la legge 34/96 ne preveda uno ogni 20mila. Il Ministro della Salute: « Sono strutture fondamentali per la salute pubblica: a cominciare da quella delle donne e dei bambini»
«I consultori vanno difesi e rilanciati. In questi anni non sono stati valorizzati come avrebbero potuto». Lo dichiara il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando la prima fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità sui consultori, grazie a un progetto finanziato e promosso dal ministero della Salute e coordinato dal Reparto salute della donna e dell’età evolutiva.
Secondo il rapporto Iss i consultori sono ancora troppo pochi rispetto ai bisogni della popolazione, ma offrono servizi essenziali con differenze nelle diverse aree del Paese. In base a questa prima indagine effettuata su 1.800 consultori italiani, è emerso che il numero di questi centri sul territorio è quasi la metà in rapporto ai bisogni della popolazione. In Italia, infatti, vi è un consultorio ogni 35mila abitanti sebbene la legge 34/96 ne preveda uno ogni 20mila. La differenza tra le regioni è così marcata che in ben sette il numero medio di abitanti per consultorio è superiore a 40mila.
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«Sono strutture fondamentali per la salute pubblica: a cominciare da quella delle donne e dei bambini. Forniscono servizi di grandissima rilevanza sociale e sanitaria e sono tutte prestazioni che vengono fornite sostanzialmente in modo gratuito – aggiunge il Ministro –. Ringrazio l’Istituto Superiore di Sanità, i responsabili scientifici del ministero della Salute e tutti i soggetti coinvolti in questa accurata analisi. Un’analisi che ci mette di fronte alla grande disomogeneità territoriale e di servizi che oggi presentano i consultori. Questo sicuramente influisce sull’accesso degli utenti, ma, dove il rapporto consultori-abitanti-servizi è più virtuoso, vediamo che si arriva a punte di oltre il 60%. È il segno che dei consultori se ne sente sempre il bisogno».