Il Ministro torna sul tema del numero chiuso: «Abolizione graduale, ma prima tavolo con università». E chiarisce: «Serve programmazione più lunga, non è pensabile esaurire programma elettorale in tre mesi»
«I medici sanno benissimo che questo è un governo dalla loro parte». Mentre i camici bianchi protestano in piazza Monte Citorio per il mancato rinnovo del contratto, il ministro Grillo lancia messaggi rassicuranti alla categoria, anche se si trova alle prese con il problema della scarsità di risorse per il settore che la manovra finanziaria del Governo Conte non ha risolto.
La titolare della Salute ha incontrato i giornalisti all’Auditorium del Ministero di Lungotevere Ripa a margine della presentazione dell’operazione dei NAS dei Carabinieri “Estate tranquilla 2018” che ha visto l’Arma effettuare in tutta Italia 3.741 ispezioni presso centri estivi, gelaterie, agriturismi, villaggi turistici, campeggi, discoteche, stabilimenti balneari, posti di ristoro, strutture ricettive per anziani e di ricovero e assistenza sanitaria, ma anche in pescherie e depositi di prodotti ittici. Un’attività, quella dei Nas, che è stata lodata dal ministro Grillo, che ha sottolineato la necessità di informare i cittadini sull’importanza di questi controlli, anche in ambito sociosanitario.
CONTRATTO MEDICI
Ma l’attenzione era tutta per il Ministro e per i temi di questo autunno caldo della sanità. A partire dal rinnovo del contratto della dirigenza medica. «È un contratto che è stato stipulato sotto un precedente governo, sul quale si presume che non vi fossero delle coperture – sottolinea Grillo -. Adesso sono emersi dei problemi sulle coperture, vedremo cosa possiamo fare ma è un problema che è stato creato dai nostri predecessori. Chi ha firmato quel contratto almeno ne doveva essere consapevole. Troveremo soluzioni nei limiti delle risorse disponibili».
NUMERO CHIUSO MEDICINA
Dopo il caos di ieri, quando Palazzo Chigi ha prima annunciato l’abolizione del numero chiuso a Medicina per poi correggersi con «è un obiettivo di medio periodo», il Ministro è tornata sul tema sottolineando la necessità di un percorso graduale che possa poi arrivare all’abolizione, ma sempre consultando la CRUI e le università che poi dovranno gestire l’afflusso di studenti. «Avevo detto – spiega Grillo – che era mia intenzione rivedere la modalità di selezione che non sia più basata solo sul quiz che a mio avviso non è un modello meritocratico e che contestualmente andava rivisto il numero chiuso anche perché noi dobbiamo programmare un numero di medici che poi dev’essere anche allineato con gli specialisti, non bisogna disallineare troppo. Capite bene che se io non faccio un tavolo con il Miur e un tavolo con le università non vi posso anticipare queste soluzioni, ma i tempi mi sembrano maturi».
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FONDO SANITARIO
Altro tema spinoso, quello del finanziamento del fondo sanitario: sindacati e regioni spingono affinché sia incrementato di almeno 2,5 miliardi, ma per il momento l’aumento è quello già fissato dal precedente governo, 1 miliardo per il 2019, che arriveranno a 2 miliardi nel 2020. «Ci vuole una programmazione più lunga, né è pensabile esaurire un intero programma elettorale in tre mesi e in una sola legge di Bilancio. Cercherò di trovare comunque altre coperture al di fuori del fondo sanitario nazionale per realizzare alcune cose a me care, soprattutto l’abolizione del superticket. Se non arriveremo a fare l’abolizione totale sicuramente riusciremo a recuperare più risorse dei famosi 60 milioni della vecchia legge di Bilancio».
CARENZA DI MEDICI
Le notizie più importanti arrivano sul fronte della carenza di medici, un tema che sta diventando sempre più di attualità con numerosi concorsi che vanno deserti in tutta Italia. Il Ministro sposa la proposta delle regioni, cioè quella di utilizzare già dal quinto anno del corso di specialità specialisti anestesisti, cardiologi, radiologi che sono le specializzazioni più in sofferenza. E ha confessato che ad ostacolare questa prospettiva è il Miur: «Ci sono obiezioni che arrivano dal Miur che rispetto ma non è con le obiezioni che io assicuro le 24 ore in un reparto di anestesia. Questa è una delle tante soluzioni percorribili. Bisogna rispondere all’esigenza di tenere in piedi i servizi pubblici se vogliamo che esista ancora una sanità pubblica». Un problema, quello della carenza, che vale anche per la Medicina generale, e anche qui sono in arrivo soluzioni nuove: «Abbiamo un problema – aggiunge il Ministro – anche di bandi di medicina convenzionata che vanno deserti, quindi si deve attuare l’attivazione del part time che è prevista dalla direttiva europea sulla medicina generale. Abbiamo cittadini senza medici di base. Per la programmazione futura dobbiamo cercare di aumentare nell’immediato il numero delle borse di studio e di riformare il percorso post laurea».