Partita all’Aran la trattativa per il rinnovo del contratto dei medici. Il primo effetto concreto è stato la revoca dello sciopero fissato per il 23 febbraio. Ma per arrivare alla agognata firma attesa da 9 anni, la strada è in salita: da una parte vanno reperite risorse adeguate per l’aumento (che dovrà superare i fatidici 85 euro) e per le altre voci; dall’altra ci sono aspetti normativi importanti da definire come orario di lavoro, reperibilità, esigibilità del contratto
Partita all’Aran la trattativa per il rinnovo del contratto dei medici. Il primo effetto concreto è stato la revoca dello sciopero fissato per il 23 febbraio, «una buona notizia che mi rende felice», ha twittato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Ma dopo il primo round di contrattazione, i sindacati si dicono insoddisfatti. Salvo poche eccezioni, in tanti hanno sottolineato l’assenza di una base salariale di partenza, dato fondamentale per poter calcolare l’ammontare dell’aumento. Tutti hanno apprezzato la disponibilità al dialogo, che sarà concretizzata in una calendarizzazione dei prossimi incontri, anche se preoccupa la data della prossima riunione, prevista per il primo marzo, a pochi giorni dalle elezioni politiche. Una vicinanza che difficilmente potrà aiutare la trattativa.
«Il bicchiere è proprio vuoto per quanto mi riguarda – afferma Guido Quici, Presidente di Cimo -. Le Regioni hanno risparmiato oltre due miliardi e e mezzo sul comparto sanità per tutto il personale in questi anni e quindi mi meraviglio come non trovino le risorse. Mediamente ogni medico perde dai fondi 246 euro al mese e ci vogliono dare 85 euro. Alla fine non sappiamo qual è il monte salari, da dove si parte. L’idea è quella di fare una calendarizzazione delle riunioni. Però sono sempre dell’avviso che carta canta».
«Degli altri aspetti contrattuali non si è parlato proprio – aggiunge Quici – E’ un contratto nuovo, mette insieme l’area 4 dei medici con l’area dei dirigenti sanitari non medici, due realtà completamente diverse. Va omogeneizzato, vanno trovate delle soluzioni. Dopo nove anni il mondo è cambiato e i contratti verranno cambiati totalmente. Occorrerà del tempo. Da parte nostra c’è buona volontà ma non vorremmo fare dei contratti al ribasso».
Per arrivare alla agognata firma attesa da 9 anni, la strada è dunque in salita: da una parte vanno reperite risorse adeguate per l’aumento (che dovrà superare i fatidici 85 euro) e per le altre voci. Dall’altra ci sono aspetti normativi importanti da definire come «orario di lavoro, reperibilità, esigibilità del contratto» come ci spiega Costantino Troise, segretario dell’Anaao Assomed, uno dei più combattivi al tavolo della trattativa di via del Corso.
All’incontro da una parte il Governo, rappresentato dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), e dall’altra le sigle sindacali, che la scorsa settimana si sono divise sulla necessità di fare sciopero il 23 febbraio, ma che oggi sono tornate a compattarsi.
Cgil e Uil, che si erano dette soddisfatte della convocazione, avevano già ritirato la protesta, mentre gli altri sindacati avevano (fino alla recente revoca) deciso di mantenere la giornata di protesta. L’atto di indirizzo è lo stesso di novembre, anche se presumibilmente sarà presentata un’integrazione. La quota di partenza è 85 euro, anche se in realtà è solo la media degli aumenti.
«Gli 85 euro sono la media, la percentuale è 3,48% sulla massa salariale. Ognuno calcolerà sulla propria massa salariale» spiega ancora a Sanità Informazione Costantino Troise, segretario dell’Anaao Assomed.
Gli aumenti saranno in parte coperti anche dallo stanziamento stabilito dalla Conferenza straordinaria delle Regioni che ha approvato il riparto del Fondo Sanitario 2018, superiore a quello del 2017 di quasi 1 miliardo di euro: quest’anno infatti sarà pari a 110 miliardi e 131.490mila euro, rispetto ai 109 miliardi e 225.713 del 2017.
Il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli ha espresso il suo sostegno ai sindacati affinché si chiuda la vertenza: «I professionisti del sistema salute chiedono certezze ma anche riconoscimenti sul piano normativo economico per il lavoro che svolgono».
IL COMUNICATO DELL’INTERSINDACALE MEDICA
«Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria prendono atto dell’avvio del confronto all’Aran per il rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018 che oggi ha ufficialmente tagliato i nastri di partenza – scrivono in un comunicato dell’Intersindacale Medica i rappresentati dei camici bianchi -. Il calendario dei prossimi incontri, ravvicinati nel tempo a partire dalla convocazione per il prossimo 1° marzo, e la dichiarata disponibilità dell’Aran a proseguire un percorso da condividere, ci inducono a raffreddare per il momento la vertenza che ci ha visti impegnati per un intero anno fino ad oggi. In attesa di risposte precise e responsabili alle domande poste oggi, auspichiamo una stagione costruttiva finalizzata a recuperare quanto è stato perso in termini di retribuzioni stipendiali e condizioni di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari, oggi peggiorate al punto da costituire un fattore limitante per l’accesso alle cure per i cittadini.
Nel contempo le Organizzazioni Sindacali chiedono alle Regioni di fare la loro parte in merito a contenuti e tempi della contrattazione. A fronte di queste considerazioni, le Organizzazioni Sindacali sospendono la giornata di sciopero nazionale indetta per il 23 febbraio, mantenendo comunque lo stato di agitazione e riservandosi, già a seguito dell’incontro del 1° marzo, di fissare una nuova data nel caso in cui tempi e contenuti della trattativa fossero insoddisfacenti» concludono ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA.
RINNOVO ACN MEDICI DI FAMIGLIA
Parallelamente alla trattativa per il rinnovo del contratto dei medici, va avanti anche quella per il rinnovo della Convenzione con i Medici di medicina generale, cui provvederà l’integrazione degli atti d’indirizzo. Nei giorni scorsi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sollecitato la Sisac inviando una lettera al coordinatore, Vincenzo Pomo, chiedendo «di procedere a un pre-accordo che riconosca alla medicina generale risposte immediate su ricambio generazionale e recupero economico» e «soluzioni negoziali per parificare gli standard economici della dipendenza e della convenzionata». Sul tavolo anche la necessità di soluzioni alla vacatio contrattuale e al problema della formazione per le donne in maternità. Il presidente FIMMG Silvestro Scotti, dopo un incontro con il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e gli assessori Antonino Saitta e Massimo Garavaglia, ha annunciato che sono state verificate le basi economiche per la chiusura di un pre-accordo subito e di un Acn completo entro il 2018.